La giornata di oggi in Senato è indicativa di una situazione che per certi versi sta diventando incomprensibile.
Non si può pensare di fermarsi sul tema della riforma costituzionale per settimane e settimane mentre il mondo intorno a noi corre sempre più veloce e ci lascia sempre più indietro, sempre più marginali e irrilevanti, e in fin dei conti anche sempre meno sicuri. Gli ultimi dati economici dicono che anche la Spagna, che aveva una situazione complessivamente peggiore della nostra, è riuscita a ripartire facendo riforme con coraggio, mentre noi stiamo ancora al palo, come sempre negli ultimi 20 anni.
La nostra è una sfida con il resto d’Europa, con il mondo, ma anche con noi stessi, e non possiamo perderla. Stiamo lottando per rimanere nel consesso dei paesi sviluppati.
Molti scambiano l’urgenza sulle riforme come un deficit di democrazia. In questo periodo storico invece è vero l’esatto contrario. La democrazia corre il rischio di non essere più tale. Una minoranza sta cercando di fermare un processo che se realizzato nei tempi giusti può invece essere la svolta per rilanciare questo paese sofferente .
Queste giornate non saranno giornate semplici, ma penso che la responsabilità e la ragionevolezza non potranno che prevalere in tutti i gruppi politici. Credo che sia esattamente questo ciò che ci chiedono i cittadini, che invece guardano con sgomento l’aula del Senato in cui si stanno scontrando coloro che vogliono dare una speranza all’Italia e coloro che invece pensano che mantenere lo status quo sia il porto più sicuro.