Fondamentale il ruolo svolto dalla scuola
per insegnare, fin dalla più giovane età, a riconoscere, amare e sentire propri i beni culturali e le forme di arte e spettacolo per i quali il nostro paese è riconosciuto nel mondo.
DICHIARAZIONE DELLA SENATRICE DEL PD ROSA MARIA DI GIORGI, RELATRICE DEL PROVVEDIMENTO COMPONENTE COMMISSIONE CULTURA SENATO
“Il risultato ottenuto dalla Camera è il frutto di un lavoro fecondo che si è già svolto in modo congiunto con i senatori della VI Commissione, nel rispetto dell’impianto e dei principi cardine voluti dal Governo. Ringrazio il Ministro Franceschini che con la sua disponibilità e il suo ascolto ha recepito molti degli emendamenti che sono stati presentati e discussi”. Così la senatrice Pd Rosa Maria Di Giorgi, relatrice del decreto Cultura e turismo, nel corso del dibattito sulle linee generali del provvedimento in corso nell’aula del Senato.
“Il decreto legge n. 83 – spiega la parlamentare dem – introduce importanti innovazioni, riordina alcuni ambiti e si ispira a una filosofia di fondo: l’inscindibilità tra le misure in favore dei beni culturali e le politiche per il turismo. A ciò va aggiunto un terzo elemento, quello della formazione artistica e dell’educazione alla cultura umanistica”. A tale proposito per la senatrice Di Giorgi “è fondamentale il ruolo della scuola per insegnare, fin dalla più giovane età, a riconoscere, amare e sentire propri i beni culturali e le forme di arte e spettacolo per i quali il nostro paese è riconosciuto nel mondo”. “Bene dunque il recente protocollo fra MIBACT e MIUR perché dalle politiche comuni dei due ministeri si inneschi un meccanismo virtuoso che consideri la formazione in ambito artistico e culturale centrale per i giovani del nostro paese”.
La relatrice di maggioranza, nel corso del suo intervento ha poi sottolineato come “l’incapacità di interpretare in modo diverso il connubio cultura e turismo e la colpevole ottusità dei tanti che hanno ricoperto incarichi amministrativi e politici ha penalizzato gravemente il nostro sistema del Turismo, grazie anche alla sua parcellizzazione e alla perduta unitarietà di interventi – determinata dall’attribuzione di competenze alle Regioni in base al vecchio Titolo V – competenze che nella riforma che stiamo discutendo in questi giorni torneranno nella titolarità statale”.