Il gioco d’azzardo, da fenomeno sociale a patologia

Il gioco d’azzardo, da fenomeno sociale a patologia

Ieri a Pistoia, ho partecipato ad un interessante convegno  a cura della Prof.ssa Franca Tani  del Dipartimento di Scienze della Salute  e del Prof. Morisi del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, entrambi dell’Università di Firenze. Interventi e testimonianze dei partecipanti alla tavola rotonda hanno messo a fuoco molti aspetti e formulato suggerimenti e proposte che mi impegno a portare nelle sedi di discussione.

Attualmente, è in corso nella Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati la discussione su un testo unificato –  che nasce da vari disegni di legge presentati da un vasto schieramento – e che  ha l’obiettivo di introdurre norme per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico e disposizioni in materia di pubblicità del gioco d’azzardo, di tutela dei minori e di disciplina dell’apertura di sale da gioco.

Scopo principale delle norme in esame  è introdurre misure volte ad assicurare:

  1. la tutela, la cura e la riabilitazione dei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico e dei loro familiari
  2. la protezione dei minori e dei soggetti vulnerabili
  3. la prevenzione della diffusione dei fattori di rischio del gioco d’azzardo patologico

Ecco il testo in discussione che, una volta approvato, sarà sottoposto all’esame del Senato.

Di recente, è stata anche approvata dal Senato la legge  23/2014 di “Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”.

fotoL’articolo di interesse è il 14, composto da numerosi commi;  è dedicato ai giochi pubblici e delega il Governo ad attuare il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, in un codice delle disposizioni sui giochi.

Per favorire la conoscenza del fenomeno e per ricevere  suggerimenti e proposte, trovate di seguito diversi Dossier di approfondimento curati dal Servizio Studi del Senato e da quello della Camera.

Mi fa piacere citare anche un ulteriore studio realizzato a Pisa dall’istituto di fisiologia clinica del CNR,  significativamente intitolato “L’Italia che gioca”, con sottotitolo “uno studio su chi gioca per gioco e chi è giocato dal gioco”. Si avanza una tesi interessante nel rapporto in questione. “E’ noto che la partecipazione a più tipologie di giochi è fortemente predittiva del gioco d’azzardo patologico. Giochi che forniscono un feedback immediato rispetto al risultato sono più coinvolgenti rispetto ad altre forme di gioco, quindi hanno una maggiore probabilità di produrre dipendenza (Griffiths, 1995). In Italia, abbastanza diffuso risulta l’impiego di apparecchiature informatiche che implicano due fattori importanti: primo l’affrettata ripetitività del tentativo successivo che non consente la rielaborazione del gioco precedentemente effettuato, secondo l’esiguità della singola giocata che abbassa la soglia di percezione del danno derivante da tale comportamento. L’aumento della disponibilità di questi dispositivi come le macchine elettroniche da gioco è riconosciuto”.

 

 

Per saperne di più:

 

  • Il dibattito in Europa:

 

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