Legge di Stabilità. Il mio intervento in aula

Legge di Stabilità. Il mio intervento in aula

« Signor Presidente, Onorevoli colleghe e colleghi, Signor Ministro, Membri del Governo stiamo affrontando una crisi economica che ha prodotto crisi sociale e nuove povertà, disoccupazione  e una diffusa sfiducia nella ripresa che diventa elemento ulteriore di destabilizzazione. 

Crisi economica, ma anche culturale. Non saremo mai fuori dalla crisi  se nella ripresa che comunque arriverà passeranno sotto traccia ancora una volta le quattro condizioni negative che rappresentano il cancro dell’Italia: un insopportabile peso della nostra burocrazia, un imponibile evaso per 120 miliardi, una corruzione pubblica e privata per 60 miliardi e una criminalità organizzata per 150 miliardi. Questi non sono temi etici ma di efficienza economica, di lealtà verso lo Stato, di rispetto per la collettività e di coesione sociale. E questa deve essere la grande scommessa su cui sicuramente il nostro partito, ma anche il Governo che ne è l’espressione dovranno impegnarsi,con prossimi provvedimenti normativi che capovolgano tale realtà. Dati che ci collocano in posizioni vergognose nel consesso internazionale e che descrivono l’Italia come un paese di evasori e di corrotti.

In questo quadro ancora di grande criticità in Italia stanno esplodendo conflitti enormi e una contrapposizione preoccupante tra soggetti che hanno una protezione sociale, per quanto spesso insufficiente, e soggetti privi di una benché minima protezione, ossia i giovani, i lavoratori atipici, i disoccupati, o, ancora, coloro che non cercano più un’occupazione, soggetti che sembrano invisibili, soggetti che qualche volta, ormai sempre più spesso, si materializzano nelle piazze a protestare, oppure, non so se sia perfino peggio, che si smaterializzano, emigrano, se ne vanno, cercano altri luoghi dove vivere. 

La legge di stabilità, pur in questi tempi così grami, avrebbe potuto dare un messaggio al paese, dimostrando che l’Italia comunque  punta sui giovani e su queste categorie sociali in grande difficoltà e che su questi sceglie di investire risorse. Sono gli anelli più deboli, nonostante siano i più preziosi, le vittime sacrificali di strategie e di politiche insufficienti. Ho rammarico che in questa legge ancora una volta non abbiamo guardato a loro e su questo chiedo maggiore attenzione in futuro. Questa situazione mi preoccupa e preoccupa le famiglie, quelle famiglie che risparmiano per i propri figli e nipoti, che non consumano per prudenza, oltreché per bisogno, quelle famiglie che li mantengono finché sono già troppo adulti, quelle famiglie che certo, provvedono quando possono ai loro bisogni, ma che per prime non credono più al futuro e che per la prima volta vedono i loro figli con meno prospettive di quelle che avevano loro. 

Certo questa legge di stabilità che pure ha cercato di rispondere in qualche modo alla drammaticità del momento (parziale sblocco del patto di stabilità, primi interventi sul cuneo fiscale, rifinanziamento della cassa integrazione, fondi per la non autosufficienza, interventi sulle pensioni d’oro) non si rivolge a questi cittadini. Dobbiamo prenderne atto e anche se, lo dico qui subito, io sarò tra coloro che voterà la fiducia e che consentirà quindi al Paese di avere il suo provvedimento fondamentale. Comunque non posso che esprimere una certa insoddisfazione per il risultato che ci è stato portato qui in aula oltre ad alcune perplessità rispetto alla bocciatura di alcuni emendamenti che cercavano di dare risposte in questa direzione. Forse un’occasione perduta.. 

Anche alcune altre scelte avrebbero potuto esser compiute per dare il segno di volersi rivolgere verso quei fronti che ci aiuteranno, ne sono sicura, a modellare la rinascita di questo paese. Mi riferisco  al fronte dell’investimento in innovazione, ricerca, piccola e media impresa, al settore della scuola, dell’Università e della ricerca scientifica pubblica ancora una volta taglieggiato (nessuno degli emendamenti che pure erano stati preparati e promossi dal PD è stato accolto, anche solo per ricostituire ciò che c’era negli anni precedenti). 

In particolare,pur apprezzando lo sforzo del Governo, ci saremmo aspettati un maggior impegno per il fondo di garanzia al credito per la piccola e media impresa che potrebbe ben essere attinto dai fondi strutturali e avremmo voluto un segnale forte, con investimenti significativi, sul fronte della formazione, interventi nel settore scuola-lavoro per dare una prospettiva, per valorizzare  professionalità tipiche del nostro paese e promuoverle fra i giovani, cercando di dare il giusto rilievo agli ambiti che possono rappresentare una crescita per il nostro paese, ossia ambiente, cultura, agricoltura e produzioni di qualità, tutto ciò che dovrà contribuire a promuovere il brand Italia e che ancora una volta non viene affrontato a sufficienza  in questo provvedimento. 

Dicevo che è stata tralasciata ancora una volta la ricerca dell’eccellenza, l’investimento nell’Università e negli enti pubblici di ricerca,Signor Ministro. E’ lì che ci giochiamo la competizione, è lì che cresce strutturalmente un paese, è lì che rendiamo i nostri giovani competenti e competitivi. Non c’è nulla di ciò in questa legge di stabilità, ne converrete con me, e credo che la delusione di tanti, pur in questo periodo di vacche, non magre, ma scheletriche, sia condivisibile.

Certo era difficile giungere a un risultato migliore in questa situazione politica, in un clima avvelenato quale è quello che viviamo, in cui una parte della maggioranza oggi addirittura decide di passare all’opposizione. La mediazione fra partiti che hanno riferimenti diversi e idee tutt’altro che simili  sulle priorità per il paese è davvero complicata, perfino impossibile qualche volta, quindi nei prossimi mesi lo sforzo dovrà essere enorme per giungere a risultati che imprimano una svolta al paese. 

Ci viene detto che la ripresa comincia a intravedersi, ma certo dovremo rivisitare il nostro rapporto con l’Europa e dovremo provare ad affrontare le povertà, ed investire su welfare e salute per mantenere la nostra sanità a livelli di civiltà, che il nostro Paese merita, ma anche decidere di rischiare di più, di dare una fisionomia riconoscibile a questo provvedimenti, puntando con maggiore convinzione ad esempio sull’impresa innovativa e sui nostri giovani con provvedimenti su occupazione e formazione.

Potevamo garantire risorse adeguate al servizio civile, anche questo molto richiesto dai nostri giovani e su cui via via si rimandano gli investimenti o sui tirocini formativi, solo per citare qualche misura possibile, su cui non indugio per carenza di tempo.

Avremmo dovuto anche dare una maggiore attenzione alle famiglie, a quei giovani che non hanno paura e che decidono di aver figli. Servizi sociali , certo, ma anche risorse dirette come succede nei paesi più evoluti d’Europa. Obiettivo uscire dalla melassa, magari rischiando un po’ in termini di consenso tra le categorie storicamente protette. 

Sarà questa la scommessa del Governo e l’impegno su cui credo che dovremo giocare la partita dello sviluppo e della crescita, ma senza tentennamenti, con determinazione, perchè il tempo è una variabile essenziale nelle condizioni di crisi.

Fare, fare presto e fare bene. 

Noi del PD ci saremo, grazie a quel senso di responsabilità che in queste ore sta mancando del tutto a una forza politica, Forza Italia,che non ha avuto scrupolo, in nome di interessi di parte, ad abbandonare durante la discussione sulla legge di stabilità, la compagine governativa.

I cittadini credo che abbiano tutti gli elementi per giudicare i comportamenti. Certo rimane l’amaro in bocca di interminabili mediazioni, di scelte che abbiamo dovuto accettare e forse il rimpianto per una legge di stabilità che forse in condizioni politiche e di alleanze diverse, avrebbe potuto essere migliore. »

Rosa Maria Di Giorgi

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