Arezzo spinge il carro di Matteo Renzi. Ecco almeno 50 “nuovi renziani”

[AREZZONOTIZIE] Cinquanta nomi di iscritti al Pd, amministratori, parlamentari, ma anche liberi professionisti e medici. Ecco una lista di persone che hanno aderito al documento presentato dalla Senatice Donella Mattesini che annuncia il loro sostegno a Matteo Renzi come candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico.

La presentazione all’interno della sede di Piazza Sant’Agostino insieme alla Senatrice Rosa Di Giorgi, che conosce bene Matteo Renzi fin dai tempi in cui era il presidente della Provincia di Firenze.

“Non siamo saliti nel carro del vincitore – dichiarano i presenti – ma lo spingiamo tutti insieme. Cambiare il PD non è un fine, è un mezzo per cambiare l’Italia. In tale contesto e con questi obiettivi sosteniamo la candidatura a segretario nazionale del Pd di Matteo Renzi.”

Tra i presenti, accanto alle Senatrici Di Giorgi e Mattesini, il sindaco di Anghiari Riccardo La Ferla, l’assessore provinciale Carla Borghesi, Ulisse Domini della segreteria comunale ed il medico Emanuele Ceccherini segretario del circolo provinciale della sanità del Pd. Nella lista degli aderenti si legge anche il nome del tenore Luca Canonici attuale direttore artistico del Festival Opera.

 

> Nel video l’intervista al Sindaco La Ferla e alle senatrici Di Giorgi e Mattesini.

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Di seguito il documento presentato dalla Mattesini e sottoscritto dai cinquante “nuovi renziani”: 

La crisi economica, sociale, istituzionale, culturale ed etica dell’Italia ha le sue origini anche dal mancato coraggio, nel corso degli ultimi decenni, nel promuovere riforme ormai ineludibili.

A spingere l’Italia fuori dalla crisi sarà solo la passione civile e la razionalità di un disegno di insieme che torni a far pensare che la politica non è un luogo per maneggioni ed ambiziosi, ma la più alta ed emozionante delle missioni laiche. Per questo è necessario un grande partito, plurale riformista, capace di accogliere spinte diverse e riconoscerne la piena cittadinanza. Un partito che si proponga di far vivere un progetto generale, una sorta di rivoluzione democratica per l’Italia, dando per la prima volta a questo Paese una maggioranza riformista,capace di vero cambiamento. Il cambiamento inteso come la lotta a viso aperto contro tutti i conservatorismi di destra e di sinistra, contro tutti i corporativismi, i parassitismi e le inefficienze che rendono una chimera la ripresa della crescita in Italia. Il cambiamento inteso come la capacità di costruire insieme a tutti i soggetti sociali, economici, istituzionali, culturali, un contesto caratterizzato da maggiore semplicità ed agilità. Il PD è invece apparso spesso come una forza ripiegata su se stessa, afflitta da complessi di presunzione e di autosufficienza, che l’hanno reso asfittico e non interessante agli occhi degli elettori e delle elettrici. Il PD che vogliamo è un partito aperto, capace di animare una politica caratterizzata dal formarsi di una rete di decisioni democratiche, diffusa e fondata sull’autonomia.
Un partito nel quale la partecipazione viene prima dell’appartenenza, un partito nel quale la più grande energia nasce dalla più ampia libertà, dall’insieme di autonomia e responsabilità.
Un partito che promuove e pratica una idea di politica ambiziosa e lieve, e quella di una società civile forte, responsabile ed organizzata. Questa cessione di sovranità verso il basso è il solo vero atto esplicito e concreto per superare il correntismo e le intercapedini burocratiche, ed è anche l’unico strumento per attuare il progetto fondativo del PD come partito riformatore e di centrosinistra, a vocazione maggioritaria, capace di fare sintesi tra le diverse istanze del riformismo italiano. L’Italia ha bisogno di un PD che coltivi propositi espansivi piuttosto che riflessi difensivi, di un PD che preferisca l’apertura all’arroccamento.
Serve un rinnovamento radicale che può essere attuato solo se costruiamo tutti insieme un partito aperto che si faccia interprete e promotore dei bisogni reali di questa società, eliminando l’abisso che oggi si è creato tra società civile e ceto politico, e che ha infine portato al 40% di astensionismo. Solo così renderemo credibile la nostra ambizione di combinare in forme concrete e non anacronistiche la crescita con la giustizia sociale, la eliminazione della diseguaglianza dei punti di partenza con la valorizzazione del merito e del talento, la promozione dei diritti civili con le libertà e la laicità dello Stato, la promozione delle solidarietà intergenerazionali con la coesione sociale, la promozione ed il sostegno della libertà femminile con la costruzione di un welfare moderno, accessibile, solidale. Solo così potremo promuovere riforme che affermino Istituzioni più snelle ed efficienti, uno Stato meno lento e burocratico; una politica meno costosa e meno invadente, politiche per il credito ed il lavoro dinamiche e di sicuro impatto, politiche di vera compatibilità tra ambiente e lavoro, la cultura ed il sapere come principali elementi dello sviluppo. Il PD che vogliamo è un partito che mette al primo posto la legalità, che consideriamo la precondizione per ogni riforma vera e duratura.

Cambiare il PD non è un fine, è un mezzo: è per cambiare l’Italia che vogliamo cambiare il PD.

In tale contesto e con questi obiettivi sosteniamo la candidatura a segretario nazionale del PD di Matteo Renzi.

 

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