Cari Amici,
vi scrivo da Palazzo Madama per proseguire in quel percorso che ci aveva uniti nel corso delle primarie e dell’ultima campagna elettorale.
Non vi nascondo le sensazioni di emozione e stupore che ancora adesso (sono passate quasi due settimane) vivo ogni volta che varco la soglia del Senato, entrando nel cuore della nostra Repubblica, dove sono arrivata grazie al vostro sostegno, e la preoccupazione per l’incertezza del momento. Si parla molto di cambiamento, ma c’è da capire quanti realmente siano interessati ad esserne veri interpreti e non ad ammantarsene semplicemente, come fosse un vezzo, paladini “duri e puri” di un malessere dalle radici profonde. Di sicuro il Paese attraversa un crisi molto pesante, ha bisogno di interventi urgenti, di riforme che rilancino l’economia e costruiscano opportunità di lavoro. In poche parole abbiamo bisogno di un governo che s’impegni su un programma di riforme, con economia, lavoro e legge elettorale in primo piano. La proposta di Pierluigi Bersani (leggi gli 8 punti) rappresenta una piattaforma concreta su cui confrontarsi per il bene dell’Italia ed è giusto che il Pd sostenga compatto il suo Segretario in questo tentativo.
Condivido con voi alcune riflessioni legate a questo confuso momento politico.
Un Governo per il Paese
Giovedì prossimo Pierluigi Bersani salirà al Colle, per relazionare al Presidente Giorgio Napolitano sull’esito delle consultazioni svolte in questi giorni. La strada che ha di fronte è molto stretta, ma la drammatica situazione che emerge dai colloqui con le parti sociali spinge a impegnarsi a fondo (la crisi non scherza, leggi l’articolo) per evitare contraccolpi pericolosi per il nostro Paese.
Sarebbe essenziale per il Paese avere un governo, ma se il tentativo dovesse fallire, dovranno essere valutate altre possibilità. Sarà il Presidente Napolitano a proporre le soluzioni che riterrà praticabili, così da poter assicurare una guida al Paese. Un governo che, varando le prime misure economiche, avvii la ripresa di un Paese in forte sofferenza e porti all’approvazione di una nuova legge elettorale, in modo da consentirci di poter tornare al voto senza che venga a ridefinirsi una situazione di stallo come l’attuale.
Ora più che mai serve senso di responsabilità e coscienza civica. Penso a quelle forze politiche e a quei leader che negli ultimi tempi hanno scelto la piazza o l’atrio di un palazzo di giustizia per manifestare, ma anche a quelli che si arroccano dietro un blog. Il Paese aspetta.
Speranza e cambiamento
L’Italia è un paese che ha bisogno di ritrovare la speranza. Una parola che, con la consueta semplicità e umiltà, è stata utilizzata da Papa Francesco domenica scorsa, nel suo messaggio rivolto ai giovani. Non è un caso che prenda spunto proprio dai nostri ragazzi (leggete questo articolo dell’ Huffington Post), per ribadire che la rabbia e la protesta, quando sono fini a se stesse e portano al rifiuto del confronto e del dialogo non lasciano spazio al futuro. Chi vuol farsi interprete del cambiamento, deve essere lui stesso il cambiamento, parafrasando il Mahatma Gandhi. Ebbene, questa volontà io non la vedo nel M5S e tantomeno nel suo leader Beppe Grillo. Vedo una protesta, che raccoglie un malessere sociale diffuso e spesso anche comprensibile, indirizzata in modo molto strumentale e demagogico, percepisco preoccupanti venature “dirigistiche” e scarsamente democratiche, una schizofrenia di fondo che porta ad oscillazioni umorali e attacchi veementi a tutto ciò che può comportare un rischio per il monolitismo dogmatico del Movimento. Le vicende dell’elezione dei presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, sono emblematiche in tal senso, così come lo è l’improvvisa e scomposta reazione ai messaggi critici apparsi sul blog, tacciati di essere frutto di contro-informazione pilotata con troll e multinick. Per adesso da questa presunta forza di rinnovamento non abbiamo avuto segnali confortanti, se non una rincorsa al pauperismo e una caccia alle streghe (condivido le valutazioni di Giovanni Floris, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa).
Per concludere
L’elezione del Consiglio di Presidenza del Senato mi ha regalato un’ulteriore soddisfazione. Sono stata infatti eletta fra gli 8 segretari d’aula, che saranno chiamati a coadiuvare il Presidente Grasso nella gestione dell’assemblea. Ringrazio i colleghi senatori per la fiducia che mi hanno voluto accordare e mi appresto ad affrontare un ruolo che richiederà il massimo dell’impegno. Per quanto riguarda la mia attività parlamentare, vi segnalo che sono cofirmataria, tra gli altri, del Ddl sulla corruzione presentato dal presidente Pietro Grasso, del Ddl per lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione e del Ddl riproposto dalla senatrice Finocchiaro per la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (per seguire la mia attività: Rosa Maria Di Giorgi – Senato).
Un caro saluto
Rosa Maria Di Giorgi