Una giovane donna che si ribella alla ’ndrangheta. Altre donne che da sempre, sull’Aspromonte, convivono con questa efferata organizzazione criminale. ‘La mia ‘ndrangheta’ è il libro in cui Rosy Canale, fondatrice e presidente del movimento ‘Donne di San Luca’, racconta, con la collaborazione di Emanuela Zuccalà, giornalista di Io Donna, il settimanale del Corriere della Sera, la sua storia di donna che si è ribellata alle cosche.
Il libro verrà presentato, alle 16.30 di domani nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, dall’assessore all’educazione alla legalità Rosa Maria Di Giorgi e dal procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi. Sarà presente l’autrice.
Rosy Canale, nata a Reggio Calabria, imprenditrice vittima della prepotenza della ‘ndrangheta e viva per miracolo.
Il libro è suddiviso in tre parti. Nella prima ‘Era tutto bianco’ Rosy Canale ripercorre la sua adolescenza a Reggio durante la cosiddetta seconda guerra di ‘ndrangheta e le minacce subite. Nella seconda parte, ‘Donne in Aspromonte’, la protagonista incontra a San Luca, paese di quattromila abitanti ai piedi del massiccio montuoso, le donne del posto, madri delle vittime della strage di Duisburg, avvenuta il giorno di Ferragosto del 2007. Nella terza parte, ‘Dimenticare Duisburg’, oltre a ripercorrere i progetti del Movimento Donne di San Luca, dalla creazione di una ludoteca nella villa confiscata al boss Antonio Pelle, fino alla mostra fotografica a New York, si tenta un’analisi del massacro in Germania, ancora oscuro nelle sue reali motivazioni, e dell’ascesa criminale della ‘ndrangheta a livello internazionale, attraverso una puntuale ricostruzione giornalistica dei fatti e delle inchieste e le testimonianze dirette delle madri di due vittime. Il viaggio delle autrici culmina nel pellegrinaggio al santuario di Polsi, nel cuore dell’Aspromonte, dentro la casa di quella che è stata definita ‘la Madonna della ‘ndrangheta’.(fn)