Si è conclusa oggi a Palazzo Vecchio l’iniziativa organizzata dal Miur con la collaborazione di Comune di Firenze e Università di Torino
Lingua italiana che passione. Si è conclusa questo pomeriggio la seconda edizione delle Olimpiadi di italiano. I vincitori sono: Silvia Butti, studentessa del quarto anno del liceo scientifico Angelo Messedaglia di Verona, Luca Ottavi, studente del terzo anno della scuola superiore di primo grado Tenente Ugo Marini di Bevagna (Perugia), Lorenzo Sala, studente del quinto anno della Scuola primaria Carlo Collodi di Torino e Ana Šverko III, dell’istituto SMSI di Fiume (Croazia)
Alla premiazione, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, erano presenti, tra gli altri, l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, Carmela Palumbo, direttore Generale degli Ordinamenti didattici del MIUR, Tullio De Mauro, Ugo Cardinale, linguista e preside del liceo classico Carlo Botta di Ivrea, Rita Librandi, presidente Associazione per la Storia della Lingua Italiana, Carla Marello, linguista e docente all’Università di Torino.
Le ‘Olimpiadi di italiano’, organizzate dal Miur con la collaborazione di Comune di Firenze e Università di Torino, hanno coinvolto, dallo scorso febbraio, 15mila studenti di 1500 scuole ogni grado di tutte le ragioni e di due scuole italiane all’estero, a Capodistria (Slovenia) e Fiume (Croazia).
Lo svolgimento delle prove (gli argomenti rimandavano ai diversi ambiti della lingua: ortografia, morfologia, sintassi, lessico, organizzazione del testo) è avvenuto dapprima all’interno di ogni istituto, poi su base regionale contemporaneamente in tutta Italia per arrivare alla finale di oggi che si è svolta questa mattina nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Qui 62 studenti si sono sfidati in una serie di prove di abilità e competenza linguistica predisposte da un gruppo di linguisti e approvate dal comitato scientifico composto da Antonio Lo Bello, Luciano Favini, Gabriella Alfieri, Ilaria Bonomi, Ugo Cardinale, Dario Corno, Paolo D’Achille, Rita Librandi e Carla Marello.
Le ‘Olimpiadi di italiano’ hanno l’obiettivo di incentivare e sollecitare lo studio della lingua italiana e delle forme della letteratura italiana come elementi essenziali della formazione culturale di ogni studente oltre che indispensabili strumenti di conoscenza; ma mirano anche a stimolare negli studenti l’interesse a guidare e a migliorare i propri processi di apprendimento.
«Per Firenze è una grande soddisfazione ospitare le Olimpiadi di italiano – ha sottolineato l’assessore Di Giorgi – abbiamo iniziato lo scorso anno in occasione del 150° dell’Unità e siamo riusciti a confermare questo importante appuntamento nella nostra città grazie alla collaborazione con il Miur. Firenze è il luogo dove è vissuto Dante e dove ha sede l’Accademia della Crusca. E’ qui che l’italiano ha trovato terreno fertile per diventare la lingua dell’intero Paese. Non dimentichiamo che l’italiano è una conquista recente e oggi, più che mai, è l’elemento caratterizzante del nostro patrimonio culturale. Non è un caso che le prove si siano svolte nel Salone dei Duecento e la cerimonia finale nel Salone dei Cinquecento: sale storiche dove si riuniva il Parlamento del neonato Regno d’Italia ai tempi di Firenze capitale».
«È un sollievo! – ha sottolineato Carmela Palumbo, direttore Generale degli Ordinamenti didattici del MIUR – oggi non abbiamo usato due parole: spread e tasse. Non parlare di queste cose in modo diretto ci potrà aiutare a risolvere i problemi che ci assillano. Siamo alla seconda edizione delle Olimpiadi di italiano: abbiamo avuto un boom nella partecipazione: 15mila ragazzi. Abbiamo chiesto tanto, ma abbiamo voluto dare loro anche qualcosa di tangibile e fare in modo che queste fossero giornate all’altezza della bravura e della preparazione di questi ragazzi, degli insegnanti e dei genitori che li hanno accompagnati. Nell’ambito delle iniziative per la valorizzazione delle eccellenze sono ormai consolidate le olimpiadi per le discipline scientifiche. Ma era doveroso lavorare per promuovere queste iniziative e renderle eventi a livello nazionale. Gratificare e fare emergere i talenti e la preparazione dei ragazzi bravi e studiosi, fare emergere il lavoro quotidiano e oscuro di tanti docenti, di tante scuole e famiglie che hanno investito sullo studio e sulla cultura dei loro figli, ma fare anche da traino per gli altri. I vincitori devono diventare esempio per tutti gli altri. L’Italia è un Paese piccolo rispetto ai colossi mondiali, ma deve puntare sulla cultura, sull’innalzamento dei livello di conoscenza degli studenti. La scuola ci deve credere in questo ruolo, e queste manifestazioni hanno anche questa funzione. Il sistema Paese deve puntare sulla sua scuola e sugli studenti bravi, preparati e studiosi. Perché loro sono il nostro futuro. E la nostra lingua è fondamentale per la ‘ginnastica’ del pensiero, per costruirlo e farlo crescere, ma è anche una lingua in grado di trasmettere e far vivere emozioni. Spero che possiate riportare questa esperienza ai vostri compagni in modo che questo evento in futuro sia vissuto come un appuntamento doveroso per tutte le scuole italiane».
«Due anni di Olimpiadi non sono sufficienti per fare un bilancio – ha rilevato Ugo Cardinale, linguista e preside del liceo classico Carlo Botta di Ivrea – ma possono bastare per provare l’interesse diffuso che hanno suscitato nei ragazzi. La competenza nella lingua materna può sembrare poco significativa ma è invece un’occasione per rendere amichevole la grammatica e il vocabolario, spesso ritenuti noiosi o, addirittura, superflui. Il cattivo uso di questi due strumenti è la causa principale dell’impoverimento del linguaggio dei nostri giovani. E non solo». (fn)