“Un’importante apertura di dialogo, con l’attivazione di due gruppi di lavoro, fra tecnici del ministero e Comuni, per trovare soluzioni condivise ai problemi della scuola dell’infanzia e dell’edilizia scolastica e una deroga per le assunzioni a tempo determinato del personale educativo”.
L’assessore all’educazione, Rosa Maria Di Giorgi, valuta positivamente l’incontro romano con il ministro all’istruzione Francesco Profumo, i sottosegretari Elena Ugolini e Marco Rossi Doria e i capi dipartimento del Miur, che l’ha vista protagonista ieri pomeriggio insieme agli assessori all’istruzione di altre 7 grandi città italiane: Bologna, Genova, Milano, Napoli, Pisa, Torino e Venezia.
“Le città italiane – spiega Rosa Maria Di Giorgi – spendono ogni anno 360 milioni di euro per garantire l’apertura di 6.200 sezioni di scuola dell’infanzia comunale per 145 mila bambini, con 13mila insegnanti. Solo Firenze investe 14 milioni su 32 scuole, con 121 sezioni per circa 3 mila bambini, che senza questo intervento sarebbero costretti a rimanere a casa, considerato che lo Stato garantisce la copertura solo del 50 per cento dei posti necessari. Strutture che sarebbero di competenza statale, seppur non inserite nell’obbligo scolastico, con i Comuni chiamati a svolgere un ruolo di surroga. Il Ministro ha annunciato che i Comuni potranno assumere, a tempo determinato, il personale educativo dei servizi all’infanzia per l’anno scolastico 2012-13. Tecnicamente si tratta di prorogare oltre il 31 dicembre 2012 le norme per le assunzioni a tempo determinato di personale educativo e scolastico non tenendo conto dei limiti di spesa attualmente vigenti (50% della spesa 2009). Un passaggio importante, ma che rischia di essere solo un palliativo, se non si interviene in modo strutturale”.
“Per noi – ricorda l’assessore – sta diventando sempre più difficile riuscire a garantire questi servizi, che pure sono essenziali per i cittadini. Ancora una volta siamo costretti a sottolineare la trasversalità delle politiche sulla scuola. Come si può parlare di sviluppo e di lavoro per i giovani e per le donne se non si garantiscono i servizi di base per i bambini? Il rischio è quello di avvitarsi in misure che, se risolvono qualche problema di cassa, certamente non favoriscono la coesione sociale e la garanzia delle pari opportunità. Il combinato disposto di tagli statali, patto di stabilità e leggi sul pubblico impiego rischia di creare una situazione assolutamente insostenibile ed è un problema che si presenta in tutto il territorio nazionale, seppur con un’incidenza diversa. Non si può pensare di negare alle famiglie quello che ormai è un diritto acquisito nel percorso educativo dei loro figli”.
“Siamo consapevoli – ammette Rosa Maria Di Giorgi – che la situazione generale è drammatica e le amministrazioni locali avranno sempre meno risorse, dovendo affrontare cure dimagranti sul personale che rendono improponibili ulteriori concorsi per assumere nuovi insegnanti. Per questo abbiamo proposto al Ministero di statalizzare le scuole e di sostituire il personale comunale che va in pensione con docenti statali. Un progetto da attuare progressivamente, su cui il Ministro si è impegnato ad approfondire. Potrebbe rappresentare anche un arricchimento dell’offerta didattica, perché oggi le scuole paritarie, comunali e private, non possono essere inserite nei comprensivi e non possono usufruire dei Pof e delle agevolazioni previste dall’autonomia riconosciuta a questi istituti”.
“Abbiamo affrontato anche il tema dell’edilizia scolastica – prosegue l’assessore -, chiedendo una deroga al patto di stabilità. Molti Comuni hanno le risorse per intervenire sul proprio patrimonio scolastico, garantendo la qualità e la sicurezza degli edifici, ma non le possono utilizzare. Sono interventi non più rimandabili, per cui abbiamo bisogno di risposte concrete e rapide”.
“Da parte del ministro Profumo – conclude l’assessore all’educazione – c’è stato l’impegno ad approfondire possibili soluzioni, pur con la ristrettezza di risorse attuale, e ad attivare due gruppi di lavoro su edilizia scolastica e scuole dell’infanzia, con i tecnici del ministero e gli assessori degli otto comuni. Abbiamo gettato un sasso nello stagno e speriamo che la risposta sia adeguata a garantire un servizio dovuto a migliaia di famiglie”. (fn)