«Metteva tanta generosità in tutto quello che faceva. Il mondo accademico lo apprezzava come grande scienziato, i giovani per la disponibilità e per la passione che aveva dentro e che riusciva a trasmettere in ogni occasione». Così l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi ricorda Franco Pacini, morto questa mattina a Firenze, uno dei maggiori astrofisici italiani e il pioniere delle ricerche sulle stelle di neutroni, le pulsar.
«Ricordo le battaglie comuni per le sviluppo della ricerca – ha ricordato l’assessore Di Giorgi che è anche ricercatrice al Cnr – le tanti riunioni per promuovere la scienza in Italia: coltivava forti ideali civili e aveva una sua idea di Paese che certo non coincideva con quello che vedevamo quotidianamente rappresentato sotto i nostri occhi. Nella sua visione la scienza, come ricerca fondamentale, era considerata dalla società un elemento propulsore per lo sviluppo, per dare nuove opportunità ai giovani e per favorire l’inserimento del paese in un ambito mondiale».
«Franco Pacini – ha concluso Rosa Maria Di Giorgi –, ha speso tutto la sua vita nello sforzo di colmare questo deficit di percezione rispetto all’utilità e all’importanza della formazione, dell’Università e della ricerca scientifica. Questo impegno civile lo ha portato a incontrare tanti giovani ai quali ha insegnato a diffidare da una tendenza ormai predominante nel nostro Paese, caratterizzata da tanta retorica pseudo-umanistica e altrettanta diffidenza per la cultura scientifica. E’ per questo motivo, ad esempio, che l’Osservatorio di Arcetri aveva aperto i suoi cancelli ai bambini di Firenze ed alle loro famiglie proponendo giochi, esperimenti e visite al planetario. Era giustamente convinto che coinvolgere bambini, insegnanti, genitori e dirigenti scolastici, e fare gustare loro le emozioni trasmesse dalle tradizioni legate alla osservazione del cielo fosse un modo per far crescere in tutti la passione per la scienza». (fn)