L’iniziativa organizzata da assessorato all’educazione, Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia e Museo dei Ragazzi
Un’asta speciale per un motivo speciale. Sabato 14 gennaio, al Palagio di Parte Guelfa, saranno protagoniste 23 ‘Pigotte’, le bambole di pezza realizzate dagli oltre ottanta bambini che hanno partecipato agli speciali atelier allestiti le scorse settimane nella Salotta nel Museo dei Ragazzi di Palazzo Vecchio. Da 12 anni l’Unicef le utilizza per contribuisce a salvare la vita dei piccoli che abitano nei paesi più poveri del mondo. Ogni Pigotta rappresenta un bambino in attesa di aiuto perché ‘adottandola’ (è sufficiente una donazione di 20 euro), l’organismo delle Nazioni Unite può offrire interventi salvavita ai piccoli dei Paesi poveri.
Le bambole messe all’asta (che avrà inizio alle 16), sono state tutte realizzate con elementi naturali e contengono ciascuna il piccolo cuore profumato che le caratterizza come ‘Profumotte fiorentine’ grazie alla collaborazione di Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella, cui si deve la creazione dei cuori profumati, e di Giotto Fila, da sempre a fianco dei bambini nelle iniziative che ne favoriscono lo sviluppo della fantasia e la tutela dei diritti essenziali.
«L’iniziativa – hanno spiegato l’assessore all’educazione Rosa Maria di Giorgi, la presidente del comitato provinciale Unicef di Firenze Sandra Buyet e Matteo Spanò, presidente dell’associazione Museo dei Ragazzi – è stata caratterizzata da una straordinaria partecipazione del pubblico. Il nostro intendimento nel proporre queste attività di laboratorio è stato duplice: regalare momenti di gioia ai bambini e agli adulti che hanno condiviso il lavoro di costruzione delle Profumotte e dare vita a occasioni di solidarietà per raccogliere fondi da destinare ai bambini che, nel mondo, necessitano dell’aiuto dei paesi che sono ancora ricchi, nonostante l’attuale situazione di crisi economica e sociale».
Alle 15, prima dell’asta, i bambini più piccoli potranno invece impersonare le Pigotte-Profumotte attraverso la decorazione dei loro volti e delle loro mani.
«Con questo gioco ha spiegato l’assessore Di Giorgi – vogliamo insegnare che ogni Pigotta rappresenta realmente un bambino, secondo lo slogan di Unicef. Questo progetto, però, si protrarrà per la durata dell’anno scolastico in corso, per offrire alla cultura della solidarietà lo spazio, il tempo e gli attori più adeguati per poter crescere e individuare i linguaggi più giusti per parlare ai bambini». (fn)