Nel Salone dei Duecento, alla presenza dell’assessore Di Giorgi, celebrato il 63° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e il 40° ‘compleanno’ del Centro Unesco di Firenze
«Educazione, scienza e cultura sono i veri motori dello sviluppo». Lo ha detto il celebre giornalista e conduttore televisivo Piero Angela dopo aver ricevuto, questa mattina, nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, ha ricevuto il ‘Premio del Centro Unesco di Firenze per la cooperazione internazionale’ giunto alla XXVIII edizione.
La cerimonia, alla presenza dell’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi e della presidente della commissione pace e relazioni internazionali Susanna Agostini, rientrava nell’iniziativa per celebrare il 63° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e il 40° ‘compleanno’ del Centro Unesco di Firenze.
«In una società ci sono due pilastri – ha sottolineato Piero Angela nel suo intervento – da un lato la distribuzione della ricchezza, che è compito della politica; dall’altro la produzione della ricchezza: questo è il ruolo della società civile che raggiunge questo obiettivo attraverso la tecnologia, la conoscenza, l’educazione, il rispetto delle regole e il merito».
«Nella scuola si insegnano le scienze, al plurale, e non la scienza – ha aggiunto il giornalista – ovvero la capacità di capire senso, metodo, valore e procedure della scienza stessa. Sono queste, invece, le chiavi di lettura per capire cosa sta alla base di questo metodo di conoscenza. La ricerca è certamente scoprire se su Marte c’è vita e sulla Luna c’è il ghiaccio ma la tecnologia è anche economia, industria, profitto e restituisce al Paese, attraverso la produzione di ricchezza, l’investimento che il Paese ha fatto nella ricerca stessa. Purtroppo in Italia la ricerca scientifica è calpestata e i giovani devono emigrare all’estero».
«Quando è nato mio padre due terzi della popolazione lavorava nell’ agricoltura – ha proseguito Angela – oggi siamo nella cosiddetta ‘società dei satelliti’. Il Paese ha quindi bisogno di una comprensione più vasta, di essere in grado di saper leggere il cambiamento e, quindi, di guidarlo. In Italia c’è invece una cultura di tipo più umanistico-letterario: sulle pagine culturali dei giornali scrivono pochi scienziati o economisti, mentre sono tanti i letterati, gli scrittori, i filosofi».
«Dobbiamo investire in educazione, cultura e ricerca – ha concluso – se non puoi andare a scuola tutta la tua intelligenza potenziale rimane a terra. L’economia e la crescita dipendono dalla tecnologia: è grazie a quest’ultima se potremo sviluppare tutte le potenzialità che il nostro Paese può avere. Gli strumenti per cambiare il mondo non sono solo la politica e l’economia ma l’educazione, la scienza e la cultura. Il grande fisico Giuliano Toraldo di Francia amava dire: ‘è evidente che bisogna fare una tecnologia a misura d’uomo ma è anche ora di fare degli uomini a misura di tecnologia’».
«A Firenze scienza e tecnologia hanno avuto un grande peso fin da sempre – ha ricordato l’assessore Di Giorgi – e la nostra città può avere uno sviluppo attingendo a questo grande patrimonio della nostra tradizione, cercando di considerare tutti gli elementi fondanti della propria storia e identità. E’ per questo motivo che ne ‘Le Chiavi della Città’ abbiamo dato grande apertura alla cultura scientifica, con il coinvolgimento del Polo scientifico universitario e dei suoi laboratori, con nuovi stimoli in grado di alimentare nei nostri giovani, a partire dai più piccoli, la curiosità, la voglia di mettersi in gioco e di inventare, attraverso la conoscenza degli strumenti della tecnologia che stanno cambiando il mondo». (fn)