‘Chiavi della Città’, presentato oggi in prefettura il programma di educazione alla legalità che partirà a gennaio nelle scuole fiorentine.

Una Costituzione per gli studenti che seguiranno il programma di educazione alla legalità in programma nelle scuole secondarie di primo grado fiorentine dall’inizio del prossimo anno. L’iniziativa didattica, che si inserisce nell’ambito dal progetto “Le Chiavi della Città”, ha preso simbolicamente avvio oggi in Prefettura con la consegna, da parte del prefetto Paolo Padoin, dell’assessore Rosa Maria Di Giorgi e del procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei, di una copia della Carta fondamentale ai ragazzi della classe terza D della media Carducci, in rappresentanza delle scuole fiorentine che seguiranno il corso. Il percorso formativo è stato messo a punto dall’assessorato all’educazione in collaborazione con la procura di Firenze e prevede, da gennaio a maggio 2012, un ciclo di incontri che saranno tenuti dai magistrati nelle scuole medie inferiori sui temi della giustizia e della legalità. L’obiettivo è di rendere i giovani sempre più consapevoli della necessità di rispettare le regole e di rafforzare in loro, attraverso il confronto e il dibattito tra studenti e magistrati, la fiducia verso le istituzioni. Per questo, nell’ambito degli incontri, un’attenzione particolare sarà riservata alla conoscenza della Costituzione italiana e ai diritti e doveri di cittadinanza.
«La nostra Carta, dopo oltre 60 anni, sa parlare alle giovani generazioni – ha detto il prefetto Paolo Padoin rivolgendosi agli studenti – e trasmettere i valori fondamentali che sono alla base nel nostro vivere civile». L’assessore Rosa Maria Di Giorgi ha ricordato ai ragazzi le finalità del progetto ‘Le Chiavi della città’. «Uno degli obiettivi – ha sottolineato – è quello di formare i nuovi cittadini. Con i nostri percorsi educativi vogliamo anzitutto sensibilizzare le giovani generazioni sui temi della giustizia e della legalità. In questo modo li rendiamo consapevoli di una piena appartenenza alla comunità, con relativi diritti ma anche doveri, e promuoviamo in loro un senso di responsabilità e di interesse. Anche così lavoriamo per l’inclusione, a cominciare dai nuovi italiani, dei giovani nati e cresciuti qui da genitori provenienti da altri Paesi».
«Il nostro compito è di farvi assimilare le regole della civile convivenza – ha detto infine il procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei – i principi fondamentali che insegnano l’uguaglianza, l’equità sociale e la solidarietà, concetto quest’ultimo oggi un po’ dimenticato. Quei valori che sono racchiusi nell’articolo 3, il faro di tutta la Costituzione. Sarà facile essere buoni cittadini se si osservano le regole comuni. Noi siamo dei portatori d’acqua, tutto dipende da voi». (fn)