Trieste sarà l’ultima tappa del viaggio-studio dei 170 studenti fiorentini nei campi di sterminio nazisti. Questa mattina, insieme all’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, all’assessore provinciale all’istruzione Giovanni Di Fede e Alessio Ducci presidente di Aned Firenze (l’associazione nazionale ex deportati) visiteranno la Risiera di San Sabba, l’unico campo in Italia ad avere un forno crematorio.
Il complesso di edifici che costituivano lo stabilimento per la pilatura del riso era stato costruito nel 1913 nel rione di San Sabba, alla periferia della città, e fu trasformato inizialmente in un campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre. Successivamente, al termine dell’ottobre 1943, il complesso diviene un ‘Polizeihaftlager’ (Campo di detenzione di polizia), utilizzato come centro di raccolta di detenuti in attesa di essere deportati in Germania ed in Polonia e come deposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Nel campo venivano anche detenuti ed eliminati sloveni, croati, partigiani, detenuti politici ed ebrei.
Supervisore della Risiera fu l’ufficiale delle SS Odilo Globocnik, triestino di nascita, che ebbe un importante ruolo in molti campi di concentramento.
L’impianto venne utilizzato per lo smaltimento dei cadaveri e la sua prima utilizzazione si ebbe il 4 aprile 1944 con la cremazione di una settantina di cadaveri di ostaggi fucilati il giorno precedente in zone limitrofe.
Il forno crematorio e la ciminiera furono abbattuti con esplosivi dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini.
Sul medesimo luogo, a ricordo, sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica sul posto dove si trovava il forno crematorio e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera.
Nel complesso le esecuzioni sarebbero state almeno cinquemila, secondo una stima approssimativa, sebbene non si disponga di dati certi.