Con i ragazzi la politica ritrova un senso.

A Firenze nasce il consiglio degli allievi. Primo tema all’ordine del giorno: la sicurezza in bicicletta. Ma ad ascoltarli c’è solo il presidente dell’Ataf
Firenze, 24 marzo 2011 – CE L’HANNO messa tutta, per diventare dei veri cittadini. Anche se hanno solo undici anni, o tredici, come la presidente eletta che si chiama Sara Casini, che studia alla scuola media Machiavelli, che ha un bel cesto di capelli ricci e ci sta proprio bene seduta sulla poltrona più importante del salone dei Dugento, in Palazzo Vecchio. E’ lì che ieri si è riunito il consiglio degli alunni, un progetto unico in Italia nato nella scuola media fiorentina Pestalozzi (che da sempre lo sperimenta con i suoi studenti) e che grazie all’assessore all’educazione Di Giorgi sta coinvolgendo tutta la città e per ora cinque scuole, una per quartiere (Mazzanti, Gramsci, Paolo Uccello, Machiavelli). Centinaia di ragazzi hanno eletto i rappresentanti e i consiglieri, poi hanno votato gli argomenti da trattare e il tema da cui cominciare, le piste ciclabili e la sicurezza di chi va in bicicletta. Ci hanno lavorato, hanno elaborato delle proposte, e ieri dopo l’inno di Mameli e un pensiero alle vittime del terremoto in Giappone le hanno solennemente esposte.
Sono stati interventi dritti ed efficaci, come sempre quando la parola passa ai ragazzi. Con un implicito appello agli amministratori che molto assomiglia a quello che noi adulti ci sentiamo rivolgere dai figli: ci dite che non dobbiamo inquinare, ci dite che dobbiamo essere dei buoni cittadini e che dobbiamo rispettare le regole, ma allora perchè dalle parole non passate ai fatti? Perchè non ci permettete di andare a scuola in bicicletta garantendoci percorsi sicuri? Perchè le piste ciclabili non sono collegate fra loro? Perchè vi lamentate e non fate qualche piccolo sacrificio per migliorare la qualità della nostra vita?
L’elenco dei problemi e delle proposte, in realtà, è stato preciso e ben studiato: dagli incroci alla segnaletica, dalle buche agli scarsi collegamenti fra le varie piste. Tanto sensati, gli interventi, che dopo averli ascolati attentamente il presidente dell’Ataf Filippo Bonaccorsi ha detto è vero, avete ragione, dovete andare avanti («e non cambiate idea quando siete in età da automobile»), dovete coinvolgere tutta la città, perchè è assurdo che «solo il 9 per cento dei fiorentini usi la bici, in una città così piccola. E lo sapete che è grazie a loro (e all’altro 9 per cento di cittadini che va in bus) se la mobilità di Firenze non va in tilt?». Bonaccorsi ha poi annunciato che presto almeno gli autobus diretti in collina avranno un portabiciclette e che sta personalmente lavorando per far salire le bici anche sul tram.
Ecco, «è questo l’esercizio della democrazia», come ha spiegato Ulisse Costa, il professore che coordina. Ed è importante insegnarlo, non meno della matematica o della storia. Poi, però, questi ragazzi vanno ascoltati. O anche loro – che sono il nostro futuro – smetteranno di crederci.
di GERALDINA FIECHTER