In Palazzo Vecchio convegno Anci Toscana sui servizi scolastici. La coordinatrice Di Giorgi: «Comuni toscani e Regione lavorino insieme per la riforma del redditometro»
Nel 2009 il 17% dei cittadini (630mila in tutto) ed il 14% delle famiglie (per un totale di 220mila) hanno fatto ricorso all’Isee (dell’indicatore della situazione economica equivalente), l’indice reddituale e patrimoniale con il quale è possibile, sotto una certa soglia, ottenere l’esenzione o la riduzione in materia tariffaria. I dati sono stati illustrati da Nicola Sciclone, ricercatore dell’Irpet, intervenuto, questa mattina nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, al convegno “Tariffe dei servizi scolastici e Isee: uno strumento di equità sociale” promosso da Comune di Firenze e dalla sezione regionale dell’Associazione Comuni Italiani.
La ‘popolazione’ Isee, confrontando le statistiche, è costante crescita: nel 2005 i cittadini soggetti erano 499mila e le famiglie 167mila.
Sciclone ha poi evidenziato i limiti dell’Isee: tra questi il fatto che l’indice corregge solo in parte il problema dell’evasione fiscale.
«La solidarietà deve camminare di pari passo con l’equità – ha sottolineato nel suo intervento Rosa Maria Di Giorgi, coordinatrice della consulta scuola di Anci Toscana – e questo obiettivo lo si persegue personalizzando le tariffe».
«Come Anci – ha aggiunto – dobbiamo aprire un tavolo con la Regione Toscana perché proprio quest’anno arriva il redditometro toscano e l’Isee sarà modificata rispetto a quella che è oggi. Nella bozza di finanziaria licenziata dalla giunta regionale, e che dovrà essere discussa ed approvata dal consiglio entro la fine dell’anno, c’è infatti una prima riforma dell’indicatore della situazione economica equivalente. E’ importante che la Regione lavori di concerto con Anci Toscana, in un confronto aperto e approfondito, per realizzare uno strumento che meglio dell’Isee possa misurare la ricchezza familiare e consentire quindi una maggiore equità. Uno strumento che tenga conto per esempio, in futuro, delle spese sostenute per i figli piccoli o per gli anziani che non sono autosufficienti. Un indice che consideri alcuni redditi non tassabili, che oggi non rientrano nel calcolo dell’indicatore, ma che possono fare la differenza».
«In un momento di difficoltà economica, che stiamo vivendo sia come amministrazioni pubbliche che come famiglie – ha spiegato Rosa Maria Di Giorgi – a Firenze, ad esempio, abbiamo deciso di supportare ulteriormente chi ha veramente bisogno e siamo intervenuti su coloro che possono pagare di più. Un’operazione, quella sulle tariffe dei servizi scolastici come refezione e asili nido, approvata nei mesi precedenti dal consiglio comunale in modo bipartisan».
«Abbiamo anzitutto analizzato la situazione – ha proseguito – la società è cambiata ed è cambiata anche la vita della coppia ed inoltre le tariffe erano ferme da dieci anni. Servivano, dunque, cambiamenti. Non volevamo penalizzare i cittadini senza lavoro, o con un contratto a tempo determinato, rispetto alle famiglie dove lavorano entrambi i coniugi. Anche se oggi se una giovane coppia paga un mutuo non naviga necessariamente nell’oro. Il lavoro è stato quello di differenziare al massimo le tariffe: nel caso degli asili nido abbiamo portato da 7 a 14 gli scaglioni Isee. Ciò significa che si va sempre più verso tariffe personalizzate ed eque».
«La scelta solidaristica – ha concluso – ha significato dunque una rimodulazione degli scaglioni tariffari per cui chi sta meglio paga di più rispetto a chi guadagna meno. In questo modo riusciamo ad aiutare sia le famiglie pesantemente colpiti dalla crisi economica sia le ‘nuove famiglie’, rappresentate dai tanti cittadini extracomunitari che sono venuti a vivere e lavorare a Firenze».