Tutti voi che mi seguite sapete che cosa penso della chiusura delle scuole. Sono contraria, totalmente contraria, come la maggior parte di coloro che si occupano di cultura e formazione. Con troppa leggerezza si è rinunciato a proteggere i nostri ragazzi da quel vuoto quotidiano che oggi invece stanno vivendo.Da soli a casa, oppure con i familiari, ma senza la possibilità di stare nel loro ambiente, quell’ambiente che li avrebbe protetti anche dal Covid, la #scuola. Il luogo che ha regole ferree, con insegnanti che controllano i comportamenti degli studenti.
Ho combattuto molto contro la decisione assunta. L’ho fatto insieme a tanti altri colleghi parlamentari della Commissione Cultura, Scuola, Università e Ricerca, ho insistito con il Governo, con il mio gruppo politico, l’ho fatto anche come membro della Commissione Infanzia e Adolescenza e dell’Intergruppo parlamentare Infanzia. Con grande sconforto e con addosso la sensazione del fallimento. È dura, quando sai di avere ragione da vendere e che tutti gli studiosi e i pedagogisti la pensano come te. È dura quando comprendi che il nostro Paese è l’unico dei paesi europei ad aver sacrificato i propri bambini, ragazzi e studenti universitari in nome della sicurezza contro il Covid. E non mi si parli di didattica a distanza. Un palliativo, qualcosa di utile, certo, ma una triste necessità che non risponde a nessuna esigenza dei nostri ragazzi. Alcune nozioni comunicate in video. Nient’altro. Perso il senso della scuola e il sentimento del valore di essa.
Ciò che mi ha più colpito cmq in tanti anni di esperienza politica è il moto di fastidio che abbiamo verificato in tanti membri del Governo per la nostra insistenza. Eravamo e siamo considerati persone fastidiose e quasi moleste, che disturbano coloro che pensano al bene del nostro paese…a spese dei nostri giovani, aggiungo. I governatori fanno a gara a chi chiude di più con il balletto delle fasce di età.Il messaggio che si diffonde è che gli studenti e la scuola non sono un bene essenziale da proteggere. Sappiamo che tanti ragazzi, dopo il primo lockdown, non sono più tornati a scuola. Sono dati noti. Abbandono scolastico. Possibile che non lo si capisca? Lavoriamo sui trasporti, facciamo contratti con i bus turistici, costringiamo ai doppi turni dove è necessario. Questo mi aspetto dalle Regioni, non scorciatoie.
Oggi il dott. Miozzo, del Comitato Tecnico Scientifico, dice finalmente che le scuole vanno aperte. La ritengo una dichiarazione tardiva. Ma bene che sia arrivata. Spero che produca effetti. Noi non smetteremo di insistere. Scuole aperte subito.
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