Ripartire con gli spettacoli dal vivo durante la stagione estiva applicando tutte le necessarie misure di sicurezza per gli artisti e per il pubblico. Questa richiesta è contenuta nella risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione cultura e rivolta al Governo perché accolga al più presto le linee guida per la sicurezza.
Il mondo dello spettacolo è in grave sofferenza a causa del Covid19 e saltare la prossima stagione estiva avrebbe infatti una ricaduta insostenibile su tutto il comparto della cultura e dello spettacolo dal vivo, con ripercussioni economiche ed occupazionali pesantissime, e con un impoverimento della vita sociale impensabile proprio in un momento in cui bisogna provare a rimettere in moto il Paese.
La risoluzione è un atto parlamentare di grande rilievo e chiede al Governo, tra le altre cose, di individuare subito linee guida che consentano di riprendere il lavoro a centinaia di migliaia di artisti, di tecnici e addetti del mondo del teatro, della musica, della danza a partire dalle prossime settimane.
Al Comitato Tecnico Scientifico viene chiesto di attivarsi immediatamente su questo fronte, per delineare regole e misure che garantiscano la sicurezza per pubblico, artisti e tecnici, con distanziamento e controlli sanitari, anche attraverso la formazione specifica del personale addetto.
Il tempo a nostra disposizione non è molto, quindi è necessario che si proceda con urgenza anche sulla scorta delle proposte avanzate da Agis, che sono state molto apprezzate in Commissione.
Vista anche la condivisione di Comuni e Regioni siamo fiduciosi che, nelle necessarie e auspicabili differenziazioni territoriali, si possa giungere quanto prima a soluzioni condivise e utili per tutti.
Il diritto alla cultura è uno dei capisaldi della nostra Costituzione: sarebbe un delitto se si condannasse un intero comparto alla rovina, con esiti inimmaginabili su artisti, imprese e associazioni culturali. E lo sarebbe anche per l’intera società italiana che, oltre a quello economico, rischierebbe un altro grave impoverimento, quello culturale, particolarmente prezioso proprio in questo momento di crisi collettiva.