Il decreto sicurezza bis rappresenta un ulteriore passo verso l’abisso democratico in cui il governo giallo-verde sta trascinando il nostro Paese. La criminalizzazione della solidarietà contraddice infatti sia le leggi internazionale che regolano il soccorso in mare, sia gli stessi principi della nostra Carta costituzionale, mirabilmente sanciti nell’articolo 2.
L’inasprimento delle pene per le manifestazioni mette in dubbio il diritto di esprimere pacificamente il proprio dissenso politico e sociale. Mentre non una parola è dedicata alle vere emergenze di questo Paese che sono le a#mafie, la corruzione, il malaffare. Un impianto ideologico che usa la sicurezza, ovvero un’esigenza primaria di tutta la cittadinanza, come mero strumento di consenso, sulla pelle dei più deboli, facendo carne da macello di diritti e libertà basilari nella nostra cultura giuridica. In tutto questo colpisce ancora una volta il ruolo ancillare cui il Movimento Cinque Stelle si è condannato, pur detenendo la maggioranza dei parlamentari. E’ Salvini ancora una volta a dettare la linea, con Di Maio ed i suoi che si accodano.
Siamo convinti che la società civile italiana, nonostante tutto, saprà trovare ancora una volta la forza per resistere a questa deriva della disumanità cui stiamo assistendo da mesi. Il Partito Democratico da parte sua deve porsi alla testa di un forte movimento di opposizione civile e di sdegno democratico che faccia sentire la propria voce, spiegando ai cittadini che un Paese civile non si costruisce nella lotta dei penultimi contro gli ultimi, ma nell’affermazione di diritti condivisi, sulla base dei principi costituzionali che hanno sorretto nei decenni la rinascita democratica del nostro Paese dopo il buco nero del fascismo.