Ora che lo scioglimento delle Camere è ufficiale, mentre partono le danze delle polemiche, spero sia utile fare tracciare un bilancio della legislatura che si è conclusa. Di fronte a tanto rumore di fondo vorrei scegliere un criterio credibile per valutare quanto successo in questi 5 anni. Anni in cui sono cambiati 3 Presidenti del Consiglio, sono cambiate le maggioranze e si sono divisi partiti.
Dinamiche politiche che non sono però – a mio giudizio – il criterio principale da seguire per capire cosa sia successo in questi ultimi 5 anni.
Per una risposta credibile il criterio – e non è banale – rimane l’interesse dei cittadini, che alla classe politica parlamentare chiedono risposte e soluzioni.
Da questo punto di vista allora bisogna intanto dire che la conclusione ordinata della legislatura ha rappresentato la stabilità del sistema Paese. Detta così può sembrare un’affermazione “solo” politica, ma per la vita di tutti i cittadini, di tutti noi, la stabilità significa evitare effetti devastanti e destabilizzanti sulla nostra vita quotidiana.
Certo, il Paese non vive un periodo facile, con una crisi non solo economica che proprio 5 anni fa o giù di lì ha mostrato il volto peggiore. Anni in cui sarebbe stato possibile anche precipitare verso uno scenario ancora più negativo.
Questi anni cruciali appena trascorsi e non ancora terminati coincidono in gran parte con gli anni di questa legislatura che ha dimostrato – a mio avviso – una cosa semplice ma non scontata: ricette miracolistiche per l’Italia e per le nostre vite non esistono e chi le propone fa pura propaganda.
C’è stato invece un duro lavoro di riforme e buona amministrazione che in questi 5 anni nonostante tutte le traversie politiche, sono state garantite. L’architrave di questa tenuta è stato il Pd. Abolizione dell’Imu sulla prima casa e per gli agricoltori, taglio dell’Irap, 80 euro, Jobs Act, riforma del Terzo settore, Giustizia, lotta alla povertà, riforma della scuola, rinnovo contratto statali, ripresa degli investimenti nella Ricerca, riforma Banche popolari, leggi quadro su Cinema e Spettacolo dal vivo, Art Bonus, risorse sulla ricostruzione per i terremoti del Centro Italia, diritti civili: sono solo alcune delle riforme o degli interventi in campo economico, fiscale, sociale e culturale in cui Parlamento e governi hanno garantito un lavoro fuori dall’ordinario, i cui frutti si vedono già ora e proseguiranno negli anni. Potremmo citare dati e statistiche ufficiali che danno conto del fatto che l’Italia si è rimessa in moto. Ma quel che mi preme ricordare qui, dopo 5 anni trascorsi al Senato da legislatore e da rappresentante degli italiani e dei fiorentini che mi hanno scelta, è che ritengo in tutta coscienza giusto che venga riconosciuto a questo Parlamento di aver svolto il suo lavoro fino in fondo. Certo non ci sono stati miracoli, ma neanche c’è stato il quadro devastante che viene dipinto ogni giorno da populisti e opportunisti per i quali il caos è sempre il contesto migliore per avere agibilità politica.
Noi del Pd invece abbiamo dimostrato, nonostante tutto, di aver cultura di governo e di garantire al Paese di non deragliare. Questo è un dato di fatto, e riguarda la tenuta del nostro sistema in anni difficilissimi.
Ancora tanto c’è da fare e dovrà essere fatto nei prossimi anni, che non saranno certo più agevoli. Ma proprio per questo la continuità delle politiche messe in campo in questi anni sarà fondamentale per non disperdere quanto fatto e proseguire nella strada della ripresa e della messa in sicurezza del Paese.
E’ anche per questo che è importante che alle elezioni ci sia un voto responsabile, perché la classe politica è espressione anche dei cittadini che si recano a votare e fanno delle scelte.
Io sarò in carica come Vice Presidente del Senato fino all’insediamento del prossimo Parlamento. Mi auguro che in questi mesi pre elettorali gli italiani si informino il più possibile, lo facciano con fiducia e senso di responsabilità, per fare si che di questi 5 difficilissimi anni si possa conservare e rilanciare il lavoro che è stato fatto, che non è stato né poco né scontato.