Terzo Settore. Quali sono le novità introdotte dalla nuova legge

Terzo Settore. Quali sono le novità introdotte dalla nuova legge

Come vi ho già comunicato qui e via newsletter, alle ore 17 di oggi sarò nella sede del Progetto Agata Smeralda Onlus, in Via San Gallo n. 115, a Firenze, per discutere insieme a Stefano Lepri, Sara Funaro, Alessandro Martini, Mauro Barsi e Stefano Guarnieri dell’importante riforma del Terzo Settore.

Proprio, in queste settimane, sono all’esame del Parlamento gli ultimi tre schemi di decreto della riforma. Eccoci dunque arrivati all’ultimo passo verso il compimento del lungo percorso di dialogo democratico, cominciato tre anni fa con l’ampia consultazione pubblica del maggio 2014, che, in attuazione della legge delega del 6 giugno 2016, ha già portato delle importanti novità nel nostro ordinamento.

Dopo il decreto delegato sul servizio civile che da nazionale è diventato universale (in quanto aperto anche a cittadini di altri paesi) e che sta dando a sempre più giovani la possibilità di impegnarsi in attività socialmente utili e di nutrire il loro senso civico ma anche un’opportunità pre-lavorativa, è in dirittura d’arrivo il codice del Terzo Settore. Per la prima volta nella storia della Repubblica, si introduce una definizione giuridica del Terzo Settore ovvero di quel settore composto dagli enti privati caratterizzati dall’assenza dello scopo di lucro, dal perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e dalla promozione e la realizzazione di attività d’interesse generale. I principali enti compresi sono dunque le organizzazioni di volontariato, le associazioni e fondazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, le reti associative e società di mutuo soccorso.

Più trasparenza, razionalizzazione e semplificazione, dunque, ma anche e soprattutto più riconoscimento, sostegno e agevolazioni fiscali per quei privati cittadini ed enti che si impegnano per l’interesse sociale di tutti. Così il nuovo regime fiscale, le detrazioni e le deduzioni previste per chi dona e valorizza enti del Terzo settore saranno in generale più favorevoli. Saranno anche introdotti i titoli di solidarietà, speciali obbligazioni per sostenere gli enti del Terzo settore, e il social bonus. Sul modello dell’Art bonus, il social bonus sarà un nuovo strumento per favorire, mediante uno speciale credito d’imposta, l’afflusso di capitali privati verso gli enti del Terzo Settore che hanno il progetto di recuperare immobili pubblici inutilizzati e beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata. Gli enti del Terzo settore dovranno assicurare diverse condizioni tra cui una governance democratica, inclusiva per tutte le loro componenti con un rapporto massimo tra le retribuzioni dei loro dipendenti.

Allo schema di decreto legislativo recante il codice, si affiancano quelli sull’impresa sociale e sul cinque per mille. Le novità riguardanti l’impresa sociale non sono solo di natura giuridica ed economica ma anche e soprattutto culturali. Fino a poco tempo fa sarebbe parso un azzardo accostare l’impresa al sociale, all’aiuto alle fasce più deboli, alla solidarietà. Ora, per la prima volta nel Bel Paese, si riconosce a quelle imprese senza scopo di lucro che svolgono un’attività di utilità sociale e che mantengono una struttura di governance democratica la qualifica di imprese sociali e delle importanti agevolazioni. I campi di attività sono ampliati al microcredito, all’housing sociale, al commercio equo e solidale e all’agricoltura sociale. Al contempo, si prevedono controlli e si specifica chiaramente quali imprese non possono essere considerate imprese sociali.

Per quanto riguarda la disciplina del 5×1000, è molto rilevante l’aggiunta tra le finalità delle attività legate alla tutela e alla valorizzazione di beni culturali. Anche per il 5×1000, poi, “trasparenza” è una parola chiave della riforma con l’obbligo di pubblicare sul proprio sito web un apposito rendiconto.

Il Parlamento con i suoi pareri potrà dare un contributo per migliorare ulteriormente una riforma che avviene in un settore strategico, complesso e articolato. Il senatore Lepri, durante la discussione in 11a Commissione (Lavoro) del Senato, ha, per esempio, evidenziato la necessità di estendere alle cooperative sociali tutte le misure previste per l’impresa sociale e di armonizzare la normativa sui consorzi di cooperative.

La riforma del Terzo Settore impatta anche su altre importanti riforme come quella dello spettacolo in tutte le sue espressioni artistiche e tecniche. Nel disegno di legge all’esame della Commissione Cultura (S.2287-BIS) del Senato è stato riconosciuto il ruolo delle arti e della tradizione italiana come settore indispensabile di investimento per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese ed è stato quindi fatto un riferimento all’importante riforma del Terzo settore.

 

  • Invito e programma dei lavori


Per approfondire
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Qui i link per i tre schemi di decreto:

Qui la pagina con i dati e i documenti della procedura per l’acquisizione dei pareri delle commissioni competenti del Senato: