1. Grazie
Il PD è un partito democratico. Nel nome. E nei fatti. Decidono gli iscritti nel congresso e poi nelle primarie. Mesi di polemiche e scissioni. Poi la parola passa agli iscritti. Migliaia di circoli, migliaia di dibattiti, centinaia di interventi. Alla fine si vota, grazie a uno sforzo democratico di volontari e militanti che non ha paragoni in Italia. Lo ridico perché sia chiaro: nessuno fa ciò che facciamo noi in termini di democrazia e trasparenza. Oggi Guido Crosetto, già esponente della destra italiana e membro dei governi Berlusconi, scrive su Twitter: “Lo dico per l’ennesima volta: invidio il sistema democratico del PD. Dovrebbe essere obbligatorio per tutti i partiti.” Prima o poi qualche commentatore si accorgerà anche di questo.
Alla fine del primo round abbiamo ottenuto oltre i due terzi dei voti. Aspettiamo i dati ufficiali per dire la percentuale esatta ma la matematica non è un’opinione. Domenica a Roma i risultati saranno proclamati e in quella sede lanceremo lo sprint per arrivare alle primarie di domenica 30 aprile. Senza attaccare i nostri avversari interni perché noi non parliamo male degli altri: noi raccontiamo che idee abbiamo per il PD e per l’Italia.
Qualcuno dice che in qualche caso ci sono stati dei problemi e delle incongruenze: sono il primo a dire che dove ci sono problemi riconosciuti (ammesso che ci siano) è giusto che si intervenga con decisione invalidando il voto. Noi siamo i primi ad avere interesse che tutto sia trasparente: perché una vittoria così larga e così bella non sia sporcata dalle polemiche del giorno dopo. Allo stesso tempo chiediamo a tutti di riconoscere la verità dei numeri che non possono essere oscurati da nessuna polemica. Quando si vince, si vince. Quando si perde, si ammette. Punto.
Vorrei dire grazie dal profondo del cuore a tutti. Mettere la croce su un nome è sempre un gesto di grande responsabilità. Ricevere – di nuovo – migliaia e migliaia di voti è una responsabilità ancora più grossa. Abbiamo passato quattro mesi non facili: sentirsi accerchiato da tanto affetto e condivisione sinceramente è molto toccante, dal punto di vista umano prima ancora che politico.
Vorrei dirvi che avverto la necessità di rispondere a questo impegno con umiltà e con coraggio: chi ha votato per la mozione che mi sostiene, insieme a Maurizio Martina, ci sta dicendo che vuole un’Italia che vada avanti, che non si fermi, che non si rassegni, che non abbia paura. E ci sta dicendo che dobbiamo spingere ancora più di prima, tutti insieme. Facendo tesoro degli errori. Ma non perdendo mai la fiducia e la tenacia.
Grazie a tutti quelli che in queste settimane hanno lavorato, organizzando le assemblee e le votazioni, gratuitamente e senza gloria; dalle migliaia di militanti che l’hanno presentata in tutti circoli fino a chi votandoci ci ha consegnato un pezzetto del suo futuro. Mi piacciono quelle lingue in cui grazie si dice con un concetto che in Italiano traduciamo con “Obbligato”. Il mio grazie è sentirmi obbligato a fare del mio meglio insieme a tutti voi. Siamo il PD, siamo l’Italia: possiamo farcela, dobbiamo provarci. Adesso, avanti, in cammino verso le primarie del 30 aprile.
2. Tra il JobsAct e Equitalia
In questi giorni sono accadute alcune cose, anche frutto del lavoro dei mille giorni. Vorrei segnalarvele perché ciascuno di voi possa semplicemente riflettere sul fatto che la politica è concretezza. E che chi dice che in mille giorni non è cambiato nulla, semplicemente dice una bugia. Rinnovo l’invito per tutti a verificare sul sito www.italiaincammino.it i dati che il team del Prof. Fortis ha spiegato molto bene. E sui quali sarebbe bello un confronto all’americana con chi nei talk dice numeri a caso: non sanno, questi amici, che anche nel tempo della post-verità le bugie continuano a chiamarsi bugie.
Intanto:
- Equitalia. Dicevano che i nostri erano solo slogan. Leggete qui, cliccando qui, e ditemi che cosa ne pensate: matteo@matteorenzi.it
- Pensioni. Arriva l’aumento per le pensioni minime, come avevamo promesso durante gli ultimi mesi del nostro Governo. Qui il post di Maurizio Martina che spiega nel dettaglio
- Metropolitane. Abbiamo investito come non mai, da Napoli a Torino, da Catania fino a Milano sino ad arrivare a Roma che ha presentato la bellissima nuova stazione della metropolitana proprio in questi giorni. Graziano Delrio, che per me è un ministro ma soprattutto un fratello maggiore, continua a tenere un tono molto riservato e dunque non ha partecipato alla cerimonia di presentazione con il sindaco Raggi. Ma è un peccato: perché il ministero sta investendo molto nei progetti specie con le città. Spero che Graziano abbandoni la sua riservatezza e si faccia sentire di più 🙂
- Casa Italia e Periferie. Il Premier Gentiloni illustrerà il progetto Casa Italia nei prossimi giorni, progetto nato nei giorni del Terremoto del Centro Italia con Renzo Piano e l’allora rettore del Politecnico Giovanni Azzone. Si tratta di una svolta storica per il Paese: passare dall’emergenza alla prevenzione, dalla risposta al progetto. è la stessa filosofia che ci ha portato a investire come non mai sulle periferie, valorizzando i progetti di tutte le città metropolitane. Nessuna esclusa. #Avanti, perché questi due progetti sono cruciali per il futuro delle nostre città.
- G7 Cultura. Firenze ha accolto con i due Dario (Nardella e Franceschini) il G7 della Cultura. Avevamo deciso di iniziare la presidenza italiana con gli appuntamenti culturali e sulla base del principio: un euro in sicurezza, un euro in cultura. Credo sia stata una bellissima presentazione di cosa sarà la presidenza italiana del G7 che avrà il suo clou a Taormina nel mese di maggio. L’Italia, amici, è molto più del suo Pil o delle statistiche tecnocratiche: è una miniera di emozioni e tale deve apparire al mondo.
- Avete visto i dati del turismo? Gli indici di crescita del mercato immobiliare? Il fatto che i bonus del superammortamento previsti dalle leggi di bilancio funzionano? Che la fiducia torna ai massimi livelli? Che in tre anni la disoccupazione giovanile – ancora altissima – è scesa dal 46% al 35% grazie al JobsAct? Perché possono dire tutti quello che credono: ma il JobsAct funziona, ormai negarlo è impossibile, amici. Non c’è solo la crescita che passa dal meno due al più uno in tre anni. è l’Italia che va meglio: non ancora bene, ma meglio. I prossimi eventi del Salone del Mobile di Milano e di Vinitaly a Verona lo dimostreranno ancora. Ma ancora non va bene: ci sono sacche di povertà, problemi atavici, vergognose diseguaglianze. Sono dossier e argomenti che vanno affrontati con grande determinazione. Ma in tanti settori piano piano stiamo tornando a ingranare. Ecco perché è un’assurdità credere al protezionismo e ai seguaci nostrani di Trump. Qui trovate ciò che penso e aspetto i vostri commenti.
3. Giornata mondiale dell’autismo
Qualche anno fa un senatore eletto dal PD e poi fortunatamente fuoriuscito dal nostro partito pensò bene, volendo insultarmi, di dirmi che ero “autistico”. Gli risposi dicendo che stava insultando le persone che vivono quella condizione, non me. E che si doveva vergognare ma che la mia risposta non sarebbe stata una polemica, sarebbe stata la legge sull’autismo. La legge c’è.
Ieri, per la giornata mondiale dell’autismo, ho scritto questo post.
Ma vorrei che post o non post, legge o non legge, le famiglie di questi nostri concittadini si sentissero ascoltate, coinvolte, apprezzate. L’indifferenza in molti casi è la ferità più grave. Una società è forte solo se si sa prendere cura dei più deboli.
Un sorriso,
Matteo
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