La Commissione, in sede consultiva, ha concluso l’esame dell’atto comunitario n. COM (2016) 662 def. che riguarda l’Unione partenariato per ricerca nell’area del Mediterraneo (PRIMA).
Diverse constatazioni inerenti le necessità della regione mediterranea, tra cui anzitutto l’approvvigionamento idrico e i sistemi alimentari, aiutano a definire l’obiettivo strategico del programma, che, strutturato, sarà in grado di far fronte a problemi gravi, quali ad esempio la questione dei flussi migratori di massa.
All’origine delle carenze idriche nell’area, con serie conseguenze per l’agricoltura e per l’alimentazione, ci sono sempre più spesso i cambiamenti climatici. Ciò porta inevitabilmente a una pressione economica e sociale e ad una situazione di generale instabilità che favorisce il fenomeno migratorio soprattutto verso l’Europa.
Il livello generale degli investimenti nella ricerca e l’innovazione in quell’area non è commisurata alle dimensioni della sfida regionale. La collaborazione in ricerca e innovazione tra gli Stati membri dell’Unione e i Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale è troppo frammentata per avere un impatto significativo.In tale contesto l’iniziativa del programma congiunto PRIMA, guidato dagli Stati partecipanti dell’Unione e del Mediterraneo meridionale, risulta particolarmente importante e pertinente.
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