A conclusione dell’esame del Documento di economia e finanza (DEF) 2016, l’Assemblea del Senato ha approvato a maggioranza assoluta la proposta di risoluzione n.100 che autorizza il Governo a dare attuazione a quanto indicato nella relazione che ridefinisce il piano di rientro dal debito, posticipando al 2019 il raggiungimento dell’obiettivo di medio periodo.
E’ stata approvata, inoltre, la proposta di risoluzione n. 5 che impegna il Governo a sterilizzare nella prossima manovra le clausole di salvaguardia per un ammontare pari allo 0,9 per cento del Pil, ad aprire un confronto con la Commissione europea per rivedere la metodologia di calcolo del prodotto potenziale, a far risalire il rapporto tra investimenti e Pil, a proseguire l’azione di rilancio delle aree sottoutilizzate, ad adottare interventi in materia previdenziale per introdurre elementi di flessibilità in uscita, a promuovere la contrattazione decentrata, a promuovere politiche fiscali orientate alla famiglia e al sostegno alla natalità, a rafforzare le misure per la ricerca, a proseguire l’azione di rafforzamento del sistema bancario, a procedere nella riforma del sistema tributario, e a proseguire nel percorso di revisione della spesa assicurando che la spending review in ambito sanitario avvenga attraverso recuperi di efficienza senza riduzione di servizi.
Il DEF, che si articola in tre sezioni – programma di stabilità, analisi e tendenze della finanza pubblica, programma nazionale di riforma – prevede nel 2016 una crescita del Pil pari all’1,2 per cento (nel 2015 è stata dello 0,8).
L’avanzo primario è stimato all’1,7 per cento e l’indebitamento netto al 2,3 per cento del Pil, con un progressivo miglioramento negli anni successivi (1,8 nel 2017 e 0,9 nel 2018 fino al surplus dello 0,4 nel 2019). Il rapporto debito Pil scenderà nel 2016 dal 132,7 al 132,4 per cento, mentre il raggiungimento dell’obiettivo di medio termine è rinviato al 2019.