Ho sottoscritto la mozione a prima firma della Senatrice Valeria Fedeli in merito al settantesimo anniversario del voto alle donne in Italia.
Le donne italiane dovettero aspettare il 1945, quando, con il Paese ancora diviso, fu emanato il decreto legislativo del 2 febbraio 1945, n. 23, recante “Estensione alle donne del diritto di voto”, che riconobbe il diritto di voto alle donne, con grave ritardo rispetto ad altri Paesi: in Nuova Zelanda le donne votavano sin dal 1893, in Finlandia dal 1906, in Norvegia dal 1913, in Canada dal 1917, in Gran Bretagna dal 1918 e in Germania dal 1919. Prima dell’Italia avevano riconosciuto questo diritto, fra gli altri Paesi, anche Turchia, Mongolia, Filippine, Cuba e Thailandia.
Il 2 giugno del 1946 tutte le donne italiane poterono recarsi alle urne ed essere elette in elezioni politiche libere e democratiche.
A 70 anni di distanza, la data del 2 giugno 2016 rappresenta, non solo un anniversario per il Paese e per il diritto al voto acquisito dalle donne, in termini di elettorato attivo e passivo, ma anche l’occasione per dare forte e rinvigorito impulso alla parità di genere sostanziale e non solo normativa tra uomini e donne, attraverso la promozione di azioni volte a eliminare le diseguaglianze in ambito sociale, lavorativo, politico e culturale.
Inoltre, la storia delle donne nel Novecento è stata portata all’attenzione del mondo dalle conferenze mondiali dell’ONU, che hanno indicato le donne come il primo soggetto per i cambiamenti del mondo nel segno dello sviluppo, dell’uguaglianza e della pace.
Il presente provvedimento mira, quindi, ad impegnare il Governo:
1) a promuovere, nel corso del 2016, iniziative di ampio respiro, di carattere nazionale e locale, per ricordare le figure delle 21 donne costituenti, anche attraverso la realizzazione di programmi televisivi e radiofonici;
2) a promuovere in tutte le istituzioni scolastiche, di ogni ordine e grado, momenti dedicati alla conoscenza e allo studio delle 21 donne costituenti, ricordandone l’impegno e il ruolo svolto nella stesura della Carta costituzionale, nonché a istituire, nelle scuole di ogni ordine e grado, programmi educativi destinati al riconoscimento e alla valorizzazione delle donne nella Storia, nella Filosofia, nella Scienza e nelle altre discipline umanistiche e scientifiche;
3) a promuovere e a rafforzare la tutela dei diritti delle donne e il loro empowerment in tutti i settori, affrontando le cause strutturali della discriminazione basata sul genere, a promuovere le condizioni che favoriscono la trasformazione nelle relazioni di genere per renderle egualitarie e a garantire alle donne l’effettiva partecipazione, nonché la possibilità di assumere la leadership a tutti i livelli decisionali, politici, economici e sociali.