1. I vostri commenti.
Nella scorsa enews ho presentato queste slide (le vedete qui) e questo video. Vi ho chiesto di inondarmi di commenti e critiche. E vi ho chiesto anche di rilanciare i contenuti ai vostri amici, ai vostri colleghi: un tam-tam sotterraneo che ha raggiunto numeri di visualizzazioni da talk-show.
È impressionante la forza del passa parola: anche per questo avremo sempre più bisogno della vostra interazione. Grazie. E chi ancora dopo aver visto slide e video non mi ha spedito i propri suggerimenti o le proprie contestazioni lo faccia: matteo@governo.it
Intanto una prima analisi sulle risposte che ho ricevuto. Oltre diecimila persone ci hanno scritto (e ovviamente non riesco a rispondere a tutti, almeno non riesco subito). Per me le valutazioni dei lettori dell’E-News sono sempre utilissime. Eliminando i super-fan e i critici a prescindere direi che le richieste più ricorrenti coinvolgono pubblica amministrazione, taglio agli sprechi, funzionamento della giustizia. Generale apprezzamento sul JobsAct, ma consapevolezza che ancora c’è molto da fare sul lavoro, soprattutto per i più giovani e la fascia over 50. Sull’immigrazione insistete in tanti sulla necessità di dare asilo a chi lo merita, ma anche di impiegare i richiedenti in forme di lavori utili alla comunità (tema da sempre caldissimo e su cui ci hanno sempre richiamati il ministro Poletti e tanti sindaci, soprattutto di piccoli paesi, che dicono: “Dateci un modo per non lasciarli tutto il giorno a fumare davanti al bar”. Come sempre gli amministratori dei piccoli comuni sono i più dotati di buon senso di tutti).
Ricorre la parola “orgoglio” quando si parla di riforma elettorale e costituzionale: segno evidente che queste sono riforme nate da un popolo, non solo dal legislatore. E del resto chi si ricorda le discussioni delle prime Leopolde sa a cosa mi riferisco.
Sulla scuola – dopo le polemiche della Legge e lo stupore per il fatto che abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi – prevale l’attesa per le nuove deleghe, su cui nei prossimi giorni proverò a coinvolgere di nuovo i professori, sperando che vada meglio dello scorso anno.
Infine le tasse: tutti convinti che abbiamo fatto bene ad abbassarle. Ma ciascuno ha la sua personale classifica di quelle che andavano tagliate e quelle che invece andavano mantenute. Perché hai eliminato le tasse sulla prima casa? E perché questa insistenza sugli 80 euro? E perché gli 80 euro alle forze di polizia? E immaginate il resto: Irap, costo del lavoro, tasse agricole, tax credit sulla cultura. Impossibile accontentare tutti, dai. Però consapevolezza che rispetto al passato si è cambiato marcia: ora le tasse vanno giù, prima andavano su.
Insomma. Leggervi è stato molto utile. Chi non ha ancora visto le slide, lo faccia. E se può mi scriva. Sul video ringrazio chi mi ha detto di essersi emozionato e anche chi mi ha criticato perché troppo autoreferenziale. Fate girare ai vostri contatti slide e video: molti mi hanno accusato di non comunicare bene ciò che facciamo.
2. L’Agenda
Vi scrivo in volo verso Buenos Aires. Passerò qui ventiquattro ore molto intense, insieme a Mauricio Macri, nuovo presidente della Repubblica argentino. La leadership di Macri potrà dare una grande spinta a questo meraviglioso Paese, ne sono e ne siamo convinti. Sarò il primo europeo a visitare la nuova Argentina e del resto il tradizionale rapporto tra i nostri due Paesi è sempre stato fortissimo: due nazioni sorelle che devono ancora scrivere la pagina migliore dei propri rapporti.
Mercoledì sarò in Parlamento in vista del Consiglio Europeo che si terrà giovedì e venerdì. L’agenda europea continua a essere la priorità numero uno per tutti. Migrazione, crisi finanziaria, mancanza di stimoli per la crescita, ma io dico anche cultura e ricerca: la capitale europea di questa settimana non è stata Bruxelles, ma Cascina vicino a Pisa dove ricercatori italiani hanno svolto un ruolo decisivo nella scoperta delle Onde Gravitazionali.
Ho cercato di chiarire meglio la mia posizione sull’Europa in una lettera a Eugenio Scalfari fondatore di Repubblica: la trovate qui.
Domenica il PD a Roma si riunisce per la quinta assemblea da quando sono segretario. Sarà un’occasione preziosa per rilanciare su alcune proposte chiave da fare in Italia e in Europa.
Lunedì prossimo festeggiamo i primi due anni del Governo. Per l’occasione incontrerò la stampa estera per dimostrare numeri alla mano come l’Italia sia tornata e abbia voglia di farsi sentire sempre di più. E nel pomeriggio visiterò uno dei luoghi italiani che più di altri restituiscono il sapore del futuro, ma voglio che sia una sorpresa. Sarà una settimana all’insegna del JobsAct perché visiteremo anche tre aziende (una al nord, una al centro, una al sud) che hanno fatto assunzioni a tempo indeterminato grazie alla riforma.
Presenteremo anche il via libera ufficiale ai lavori della Banda Larga che hanno finalmente ottenuto l’ok della Conferenza Stato Regioni. C’è molto da fare, tutti insieme: avanti tutta, con qualche capello in bianco, ma con lo stesso entusiasmo del primo giorno.
3. Coinvolgere quelli bravi
Io credo che l’Italia possa vincere tutte le sfide, anche quelle più difficili. Devono volerlo gli italiani, però. Credendoci. Per questo nei miei viaggi nei piccoli comuni, come nei grandi Paesi mi sforzo di incitare tutti a darci una mano. Questa gigantesca rivoluzione che stiamo facendo possiamo farla solo insieme. Mi è già capitato in passato di coinvolgere grandi manager a dedicare del tempo al proprio Paese: come diceva Andrea Guerra si tratta di una sorta di servizio civile, dedicando del tempo o delle risorse all’Italia. Sono molto felice di annunciarvi che uno dei top manager di una delle più grandi aziende innovative del Mondo, Amazon, ha accettato di rinunciare per due anni a soldi e alla propria carriera professionale per darci una mano. Sto parlando del vice president di Amazon Diego Piacentini, stretto collaboratore di Jeff Bezos (tweet di Jeff qui, mia risposta qui). Diego sarà per due anni il Commissario per il Digitale e l’Innovazione, un plenipotenziario per riportare l’Italia in cima alle classifiche di competitività in questo settore. Lavoreremo insieme a partire da agosto 2016 e anche se il mio benvenuto non è stato granché (è un tifoso interista, diciamo che ieri sera lo hanno accolto Borja Valero e Babacar) sono davvero molto felice. Penso che la caratteristica migliore di un leader sia quella di circondarsi di persone più brave di lui. Benvenuto Diego, buon lavoro.
Pensierino della sera. Non tutti i giornali hanno riportato una notizia che mi ha sconvolto. E anche commosso. Una bambina, una ragazzina di 12 anni, viene imbottita di esplosivo con altre due coetanee da Boko Haram. E lasciata nei pressi di un mercato nigeriano con l’ordine secco: fatevi esplodere. Difficile capire cosa succede. La bambina ha dei dubbi. Forse ne parla con le compagne. Magari immagina che lì in quel mercato possa esserci qualcuno che conosce. O più semplicemente ha paura. Un clic la separa dalla morte più atroce. Bisbiglia qualcosa alle sue amiche. Forse prova a fermarle. Chissà cosa passa nel suo cuore in quel momento. Che vertigine pazzesca deve attraversare quella giovane vita, a un passo dall’orrore. Alla fine decide di togliersi la cintura. Ma le due coetanee, no. Loro si fanno saltare in aria. Muoiono sessanta persone. Arrivano i soccorsi. Caos. E finalmente la polizia trova uno scricciolo in un angolo che racconta la storia più incredibile. Non le credono. Finché lei non li porta a vedere dove ha abbandonato la cintura esplosiva. A me questa storia toglie il fiato, come un calcio alla bocca. Poteva essere una delle nostre figlie. Presa, indottrinata, violentata almeno nella sua mente, forzata. Eppure la volontà dell’uomo, il cuore dell’uomo può essere più forte del terrore. Sentimenti misti: da un lato il dolore per quelle due kamikaze e per le loro vittime. Dall’altro il rispetto e l’orgoglio per la grandezza dell’anima umana che si manifesta in modo luminoso in una dodicenne. Nigeria, mondo, febbraio 2016.
Un sorriso,
Matteo
Post-Scriptum. So che non sarebbe cosa da E-News. E che forse non gli faccio un favore. Ma posso dire che Carlo Conti è stato come sempre impeccabile nel gestire Sanremo? Posso dire che è bello veder vincere gli Stadio? Posso dire che Virginia Raffaele è un talento impressionante? Posso dire che vedere sul palco quel gigante di Ezio Bosso ha commosso tanti italiani? Potrei continuare. Ma voglio semplicemente dire grazie alla Rai. Se poi aggiungo che quest’anno l’azienda di stato ha anche guadagnato a livello economico (non sempre, diciamo così, avveniva in passato), possiamo mettere in archivio questa edizione ringraziando il servizio pubblico.