Sono assolutamente d’accordo con Antonello Venditti: la musica popolare contemporanea è un pilastro della nostra cultura e contribuisce a formare la nostra identità culturale, a partire dalle generazioni più giovani. Mi piace ricordare che esiste già una legge in questo senso: fu voluta dal governo Renzi e io ne fui la prima firmataria.
La legge 22 novembre 2017, n. 175, nei principi generali afferma testualmente infatti che lo Stato deve promuovere e sostenere lo spettacolo, nella pluralità delle sue diverse espressioni, quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale, strumento di diffusione della conoscenza della cultura e dell’arte italiane in Europa e nel mondo, nonché quale componente dell’imprenditoria culturale e creativa e dell’offerta turistica nazionale. Facendo riferimento esplicitamente (secondo comma, punto C) alle attività musicali popolari contemporanee, proprio quelle la cui importanza giustamente Antonello Venditti richiama.
Venditti fa bene a chiedere dunque che ci sia maggiore attenzione, a lui rivolgiamo l’appello affinché diventi testimonial della legge facendone conoscere i contenuti e stimolando la sua applicazione.