Nella mia carriera politica ho assistito a tanti ripensamenti, ma vedere il segretario di un partito che firma un referendum sindacale contro una legge voluta e promossa dal suo stesso partito non mi era mai capitato. Segno dei tempi, evidentemente.
Che per i riformisti non ci fosse più spazio nel partito democratico io lo avevo capito da mesi, e non a caso ho fatto altre scelte. Mi chiedo come tanti miei compagni di strada riescano ad accettare la sistematica cancellazione dei propri principi. Il Jobs act, per rimanere nel tema specifico, ha creato più di un milione di posti di lavoro, ha esteso i diritti a cominciare dal divieto di dimissioni in bianco per le donne in gravidanza e ha combattuto il fenomeno delle finte partite IVA con il contratto a tutele crescenti.
Per questo il Jobs act non va abrogato ma semmai potenziato, assicurando nuove tutele ad un mondo del lavoro in continua evoluzione.