Leggo con viva preoccupazione il grido d’allarme che si muove dal mondo dell’associazionismo laico e cattolico. L’ipotesi che circa la metà dei settecentocinquanta circoli ARCI e ACLI siano a rischio chiusura va scongiurata con tutte forze. Si tratta di insostituibili presidi di socialità, di cultura e di confronto politico. I circoli sono una ricchezza del territorio e, soprattutto nelle zone più periferiche, spesso rappresentano l’unico punto di aggregazione, svolgendo una funzione sociale fondamentale, offrendo occasioni di incontro e servizi in particolare alle fasce della popolazione più marginali.
Nelle scorse settimane avevamo presentato un emendamento al decreto Milleproroghe che è stato inopinatamente bocciato. Una battuta d’arresto incomprensibile e ingiusta cui il Pd si era opposto con forza. Continueremo dunque a seguire la vicenda, con i colleghi del Pd, fino ad ottenere il risultato della riapertura come per gli altri esercizi commerciali, individuando, insieme con il Governo, le soluzioni necessarie a venire incontro alle esigenze espresse dai circoli.
Non possiamo immaginare che la ripartenza del nostro Paese della Toscana avvenga in assenza di realtà essenziali che, anzi, proprio in vista di quello che ci aspetta, dovranno e potranno svolgere un ruolo di ricucitura sociale e culturale di fondamentale importanza.