Non possiamo permetterci che a milioni di bambini e ragazzi sia di fatto negato ancora a lungo un diritto costituzionalmente garantito come quello all’istruzione; e non possiamo tollerare oltre che a pagare siano soprattutto i più deboli di loro, come i diversamente abili, i bambini ed i ragazzi con deficit di apprendimento, quelli che vivono in condizioni di povertà e marginalità, o coloro cui non è stato nemmeno garantita la didattica on line (il 20% dei nostri alunni, secondo recenti stime diffuse dalla CGIL).
La prossima riapertura dei luoghi di lavoro mette in primo piano il tema riapertura scuole e nidi. Se non accompagnata da una riapertura, magari anche solo parziale, degli istituti scolastici, l’avvio delle attività produttive metterà in seria difficoltà le famiglie, e soprattutto le donne, sulle cui spalle continua a ricadere il peso della cura familiare. Nè si può pensare che i congedi parentali, pur meritoriamente implementati, o lo smaltimento delle ferie e dei permessi a lungo andare possano essere una soluzione praticabile. Così come il bonus babysitter, utile in alcune situazioni, ma certamente non in grado di rispondere alle esigenze della maggior parte delle famiglie italiane. Inoltre l’abbattimento del 50% dello stipendio per il congedo parentale certo non aiuta le famiglie già in crisi. Si ricorrerà ai nonni allora, quando ci sono, ma i nonni sono in quarantena.
Il Partito Democratico si sta muovendo per mettere in campo soluzioni che consentano un avvio ordinato a settembre. Tuttavia credo che, anche in considerazione delle scelte che si stanno compiendo nelle altre nazioni europee, dobbiamo promuovere progetti e sperimentazioni che vadano incontro alle famiglie fin da subito, magari attivando misure diverse nei vari territori, sulla base delle decisioni dell’autorità sanitaria innanzitutto, dei sindaci e dei prefetti.
Si tratta di effettuare tamponi a insegnanti e bambini e ragazzi, a partire da quei territori dove il contagio è stato ed è meno presente. Il tema degli spazi per garantire il distanziamento sociale può essere affrontato anche attraverso il ricorso all’utilizzo di luoghi pubblici o privati (come palestre, oratori, conventi centri congressi, o anche sale negli alberghi) che potrebbero fornire le risposte adeguate.
L’estate dovrebbe invece essere utilizzata, da una parte, per adeguare le strutture scolastiche, dall’altra per attivare i centri estivi e programmare delle attività didattiche in sicurezza, da affiancare a quelle svolte on line. Sin da subito infine, laddove possibile, i giardini delle scuole potrebbero cominciare ad essere riaperti, soprattutto per i bambini ed i ragazzi in maggiore difficoltà. Come già si sta pensando di fare a Firenze con il progetto ‘giardini per bambini’ cui sta lavorando l’amministrazione comunale.