La crisi del coronavirus sta richiedendo ai bilanci statali sforzi senza precedenti. Già alla fine di questi primi mesi, solo in Italia, saranno decine e decine i miliardi di euro che verranno immessi nell’economia nazionale per dare protezione sociale ai cittadini e aiutare le imprese in difficoltà. Altrettanto sta avvenendo negli altri Paesi europei.
In questa fase i bilanci degli Stati, come lucidamente sostiene l’ex presidente della BCE Mario Draghi, devono essere messi nelle condizioni di affrontare una fase in cui sarà indispensabile il loro supporto a tutela dei posti di lavoro e del reddito privato che risulta già gravemente intaccato ed ancor più rischia di esserlo nei prossimi mesi. Quindi è necessario muoversi non preoccupandosi in questa drammatica fase dell’aumento del debito pubblico.
Bene dunque ha fatto la commissione UE a sospendere il Patto di Stabilità. Ma, oggi più che mai, si rende necessario uno sforzo ulteriore per superare gli schemi del passato e creare finalmente un’Unione economica che permetta a tutti i Paesi di gestire in maniera adeguata le crisi del presente e del futuro.
Da questo punto di vista gli eurobond (o coronabond) sono uno strumento indispensabile, anche perché vanno a sostenere le politiche della Banca Europea e si accompagnano alle politiche espansive ed anticicliche che andranno messe a punto nei prossimi mesi per sostenere la ripresa.
I nostri destini di Paesi europei sono in questo momento quanto mai uniti. Proprio per questo le perplessità della Germania e dell’Olanda appiano come i residui pericolosi di un vecchio modo di intendere l’Unione che la crisi che stiamo attraversando sta completamente travolgendo.
Paradossalmente, quella che abbiamo di fronte appare dunque come un’occasione storica per dare finalmente compimento al progetto politico di Unione Europea: non coglierlo sarebbe incomprensibile, e darebbe ulteriore fiato ai populismi nazionali, con effetti disastrosi.
Facciamo dunque appello a tutti gli attori in campo affinché si trovino le giuste maniere per arrivare ad una soluzione condivisa, senza vinti o vincitori, al servizio dell’idea di Europa e dei nostri cittadini.