L’introduzione dell’assegno di 240 euro per ogni figlio a carico rappresenta una vera e propria rivoluzione del nostro welfare, che andrà così a rispondere in maniera più diretta e giusta a quelli che sono i reali bisogni degli italiani, mettendo finalmente la famiglia al centro, secondo quanto voluto da un gruppo consistente di parlamentari riformisti e cattolici. Non bonus una tantum, ma una misura strutturale. Per sempre. Un provvedimento che ricalca quanto previsto, come primo atto di questa legislatura, dal Partito Democratico. Una legge di cui sono stata cofirmataria con Stefano Lepri e Graziano Delrio.
La rimodulazione del sistema di detrazioni e assegni tuttora esistenti produrrà due vantaggi: da una parte una semplificazione di tutte le misure che oggi sono disperse e che non sempre riescono a centrare l’obiettivo preposto, dall’altra, per la prima volta, un concreto sostegno alle famiglie con figli, sulla scia di quello che accade nei paesi europei più evoluti. Una misura insomma che va a vantaggio di chi ha maggiormente sofferto in questi anni di crisi, ma che nulla toglierà a chi usufruisce degli 80 euro ed è senza figli, in quanto manterrà il proprio bonus.
Questa importante misura di welfare, per la quale il governo sta predisponendo le risorse riordinando altre voci di bilancio, rappresenterà anche un volano di crescita per la nostra economia, oltreché una misura di giustizia sociale e di redistribuzione a vantaggio dei più deboli. Introduciamo un principio di welfare moderno e intelligente che si propone di dare un aiuto concreto alle famiglie italiane.
Sappiamo infatti che oggi la scelta di fare un figlio è gravata da molte incognite, tra cui quella economica, in particolare per le famiglie a medio e basso reddito. Sapere di poter contare dal settimo mese di gravidanza fino al 18esimo anno di età del proprio figlio su una cifra fissa, rappresenta un sostegno di non poco conto, anche perché permette di programmare le spese ed i carichi finanziari.