Salvare chi si trova in difficoltà in mare è una principio cardine del diritto internazionale ed allo stesso tempo un dovere morale improrogabile, in quanto la vita umana deve venire prima di tutto. L’atteggiamento tenuto dal Governo italiano nella vicenda Sea Watch è dunque assolutamente indegno di un paese civile: le 42 persone devono essere sbarcate, e vanno assicurate loro le cure necessarie.
Non è un caso che proprio dalla Toscana giungano segnali concreti di solidarietà: a differenza del governo gialloverde, che non ha una strategia di gestione del fenomeno migratorio ed anzi usa il tema solo per nascondere problemi più seri e complessi, il centrosinistra, sia a livello nazionale che locale, ha sempre dimostrato di saper coniugare i diritti inviolabili delle persone con una politica migratoria coerente.
La vicenda della Sea Watch testimonia altresì l’esigenza improrogabile di una politica migratoria comune a tutti i paesi UE, basata sui principi del rispetto della dignità umana e della solidarietà espressi nei trattati. Un meccanismo comune, con mezzi e risorse adeguate alla sfida che abbiamo di fronte, è anche l’unico modo per combattere la diffusione in Europa del populismo e del nazionalismo, che altrimenti continueranno a sventolare l’alibi dell’immobilismo europeo per portare aventi i loro disegni di smembramento dell’UE, utilizzando la disperazione dei migranti come carburante per le loro politiche disumane.