Le elezioni europee ci rimandano un quadro politico molto chiaro: in Italia il Partito Democratico è l’unico argine ai populismi di destra. Con la guida di Nicola Zingaretti, il nostro partito ha ritrovato quella credibilità che pareva smarrita, ed in pochi mesi ha recuperato una fetta del proprio elettorato deluso. Il lavoro ovviamente è solo agli inizi, ma il risultato delle urne, che contiamo di replicare nelle amministrative, ci rincuora. Come ci rincuora il fatto che, a livello continentale, la temuta spallata dei sovranisti non ci sia stata: segno che i cittadini europei sono ancora molto attaccati all’idea dell’UE, anche se chiedono un cambiamento. Quel cambiamento che il Partito Democratico si impegnerà a sostenere nel nuovo Parlamento.
Da rimarcare infine il flop del Movimento 5 Stelle, che dimezza i voti rispetto al recentissimo passato, segno che la linea di vero e proprio vassallaggio verso la Lega sta consegnando il partito di Grillo alla marginalizzazione politica. Coerenza vorrebbe che Di Maio presentasse le proprie dimissioni e desse spazio ad altri. Cosa che ovviamente non farà.
Per quanto ci riguarda, il PD ora deve concentrarsi nel rafforzare il proprio progetto, puntando all’unità del centrosinistra per il rilancio di una prospettiva progressista che salvi il paese dalla deriva cui il governo gialloverde lo sta portando. Compito sicuramente non semplice, nemmeno in Toscana, dove la Lega è oramai stabilmente il secondo partito con percentuali fino a pochi mesi fa del tutto inimmaginabili.