Ho scelto di votare Nicola Zingaretti alle primarie Pd di domenica 3 marzo perché credo sia necessario prendere atto della domanda di cambiamento che emerge tra i nostri iscritti e tra coloro che testardamente ancora pensano che siamo noi il presidio della democrazia nel nostro paese e che l’Italia ha bisogno del Partito Democratico.
Mettersi in discussione e cercare di ristabilire la sintonia con il nostro elettorato è doveroso per noi, per i nostri elettori e per il nostro partito.
Non apprezzo le dichiarazioni di chi prefigura l’avvio di strade nuove fuori dal Pd. Concordo invece con quanti, accanto a me nella mozione, pensano che sia importante riflettere sulle alleanze e che sia necessario costruirle, a partire dalle prossime elezioni europee e amministrative. Abbiamo visto, dopo le elezioni in Abruzzo e in Sardegna, che questa è la direzione da intraprendere. Suona strano che gli aderenti alle altre mozioni appaiano tutti concordi nei commenti, salvo poi dichiararsi contrari alle alleanze con i partiti e i movimenti che fanno capo al centrosinistra. Trasparenza nelle strategie e nei comportamenti e un modo di vivere il partito come comunità, in cui sia importante il ruolo di tutti e non solo del leader di turno. Spero davvero che su questo aspetto delle alleanze i nostri elettori colgano la differenza fra la nostra mozione, inclusiva e rivolta a un campo largo, e le altre, molto più autoreferenziali, che puntano quindi, di fatto, a una perenne sconfitta del nostro partito, chiuso nella sua solitudine o affannato alla ricerca di alleanze non naturali.
Nicola Zingaretti può essere credibile davanti a tutta l’Italia del centrosinistra, riunificando le diverse anime. L’Italia delle persone semplici e rispettose della legalità, del vivere civile, portatori di solidarietà e competenze.
Un’Italia che esiste ma non ci ha votato, si è rivolta altrove o è stata a casa masticando amaro. Per loro e con loro dobbiamo saper cambiare, rimanendo fedeli ai nostri valori e all’impegno per il bene comune.