“Premiato il nostro impegno per Firenze. Colpisce l’ambiguità con cui è stata trattata una questione di tale importanza: non vorremmo che fosse frutto di quella improvvisazione che ci sembra essere oramai una cifra specifica dell’azione del Governo”
“Sulla vicenda dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria avevamo presentato degli specifici emendamenti che, se accolti, avrebbero salvaguardato la sede fiorentina e ne avrebbero tutelato l’autonomia rispetto alla nuova Agenzia per la Sicurezza delle Strade che il Governo intende costituire. Una volta bocciati dalla Maggioranza abbiamo ottenuto comunque l’approvazione di un ordine del giorno collegato al Decreto Genova, che impegna il governo a garantire il mantenimento della sede ASNF a Firenze” dicono Rosa Maria Di Giorgi e Laura Cantini del Partito Democratico.
” Sappiamo che un OdG non è di per se una garanzia assoluta, in quanto si tratta di un invito cui il Governo può anche decidere di non dare corso. Vigileremo dunque per scongiurare questo pericolo, e per far sì che la sede fiorentina mantenga il proprio ruolo strategico, a salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità attualmente presenti” affermano le parlamentari PD.
Di Giorgi e Cantini sottolineano come : “uno spostamento comporterebbe costi aggiuntivi per il contribuente, oltre ad evidenti difficoltà logistiche dovute all’organizzazione e al personale, tali da poter causare diseconomie e discontinuità nelle funzioni di controllo e sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria” .
Sulla vicenda Di Giorgi ha inoltre presentato una specifica interrogazione urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri per sapere se le notizie diffuse dalla stampa circa lo spostamento a Roma dell’Agenzia corrispondano al vero. “Colpisce in particolare -dice la deputata- l’ambiguità con cui è stata trattata una questione di tale importanza . Non vorremmo che fosse frutto di quella improvvisazione che ci sembra essere una cifra specifica dell’azione di questo Governo, il quale, contrariamente a quanto sbandierato, mortifica il ruolo del Parlamento, affidando il confronto democratico agli stretti limiti di procedure di urgenza che accompagnano misure eccezionali come quelle relative alla città di Genova, con l’utilizzo dunque di strumenti temporanei ed urgenti in una materia legislativa estremamente complessa”