“Quanto accaduto a Latina lascia sgomenti. Il mio pensiero va alle vittime ed in particolare alla due bambine uccise da una follia omicida disumana. Il femminicidio, come la violenza domestica, sono temi che devono riguardare tutti: nella scorsa legislatura abbiamo fatto tanto, ma evidentemente è la mentalità che deve essere cambiata, anche in chi dovrebbe e potrebbe prevenire questa mattanza. Non è possibile che gli allarmi siano sottovalutati o, peggio ancora, ignorati” lo dichiara la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, candidata alla Camera collegio uninominale Firenze-Scandicci .
Che aggiunge: “in questa legislatura, grazie innanzitutto all’impegno del PD, su un tema non facile che molte forze politiche tendono a sottovalutare, abbiamo ratificato, tra i primi al mondo, la convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica come violazione dei diritti umani. Siamo intervenuti con la legge 77 del 2013, modificando il reato di stalking che adesso prevede la irrevocabilità della querela, introducendo il reato di maltrattamenti in famiglia, misure per assistere le vittime, e un piano straordinario contro la violenza sessuale. Il tutto finanziato con 5 milioni di euro per il triennio 2017-19”.
“Per le molestie e lo stalking – precisa Di Giorgi- sono consentite adesso le intercettazioni, sono disposte l’applicazione delle speciali misure antimafia di prevenzione personale e patrimoniale agli indiziati , ed è esclusa l’applicazione dell’istituto dell’estinzione del reato.Infine l’italia è stato il primo paese in Europa ad aver approvato una speciale normativa di tutela per gli orfani di crimini domestici. Senza contare l’istituzione, nel gennaio del 2017, della commissione di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere”.
“Quanto accaduto a Latina -conclude la vicepresidente del Senato- conferma tuttavia quello che io ho sempre pensato: che cioè le leggi da sole non bastano. E’ tutta la società che deve fare uno scarto in avanti per maturare una coscienza collettiva ed una cultura condivisa che serva sempre più a scongiurare il pericolo. Non può più capitare che gli allarmi di una donna, di una madre, siano sottovalutati o ignorati. La parola chiave è ‘prevenzione’: per questo nel nostro programma abbiamo aumentato le risorse sul il piano nazionale contro la violenza delle donne e ci siamo dati come obiettivo quello di investire di più sulla formazione, con il coinvolgimento degli insegnati nelle scuole e con il sostegno delle forze dell’ordine”.