Vi propongo qui di seguito la mia intervista su affaritaliani.it.
Alla luce di quanto sta accadendo nel PD e a sinistra del PD quale potrebbe o dovrebbe essere il percorso futuro del centro-sinistra in Italia? Lei cosa auspica?
Vorrei che il mondo variegato del centrosinistra provasse a individuare ciò che unisce, tra sensibilità necessariamente non sovrapponibili, piuttosto che esercitarsi nel facile compito di scovare a tutti i costi quanto può dividere. La legge elettorale approvata ci spinge verso le coalizioni per creare un fronte unito che si opponga al centrodestra e al populismo del Movimento 5stelle. Saggezza politica e responsabilità nei confronti del paese questo richiederebbero. Il Pd con il suo segretario lo sta chiedendo a partiti e movimenti che si ispirano al centrosinistra. Spero che l’appello venga raccolto.
Secondo lei i ‘padri nobili’ della sinistra italiana dovrebbero intervenire per dirimere la questione tra le varie ‘anime’ di centrosinistra?
Le varie anime del centrosinistra sono una ricchezza. Lo sappiamo da sempre. Lo sapevamo anche quando abbiamo fondato il Partito democratico che puntava proprio ad essere il “luogo” di tutto il centrosinistra. I padri nobili sanno che il loro richiamo può essere sempre utile. Spero che vengano ascoltati.
Qual è il più grande pregio e il più grande difetto di Matteo Renzi?
Non risponderò a questa domanda, non perché io non abbia un’opinione su questo, ma perché credo che uno dei problemi della politica attuale, non solo nel nostro paese, sia quello di muoversi in una prospettiva che guarda non tanto ai risultati, ma piuttosto ai protagonisti. Non siamo nel set di un film. La domanda deve essere: leggi buone o leggi non buone? Risultati raggiunti o non raggiunti?
Ricominciamo da qui, cercando di valutare le politiche e non gli stati d’animo o gli umori dei singoli leader.
Come giudica la discesa in campo del presidente del Senato Pietro Grasso e prima ancora di Giuliano Pisapia?
Spero che ambedue diano un buon contributo al mondo del centrosinistra del quale fanno parte da molti anni. Sono persone di esperienza negli ambiti in cui hanno operato e possono rappresentare un valore aggiunto.
Ormai il PD viene dato dai principali sondaggisti non oltre il 25%. Cosa può fare per risalire la china? Lei crede veramente che ci sia la possibilità di ottenere il 40%?
Dobbiamo rivendicare quanto fatto in questa legislatura e ricordare a tutti le nostre leggi e la nostra iniziativa politica che ha dato risultati su tutti i fronti. Io sono orgogliosa di aver lavorato nella maggioranza di governo e di aver costruito e votato provvedimenti che cambieranno il volto del nostro paese appena saranno applicati. Cominciamo già a vedere i risultati. La nostra campagna elettorale dovrà raccontare ciò che abbiamo fatto. Abbiamo rilanciato il paese dopo un governo di centrodestra che aveva depauperato tutti i settori. Consegniamo a fine legislatura leggi di riforma solide, ricche di contenuti innovativi, orientate ai giovani e allo sviluppo, in un contesto di ripresa economica che abbiamo contribuito a realizzare, con il paese ormai in crescita e lentamente, ma decisamente, fuori dalla crisi.
Se spiegheremo questo con i dati alla mano la nostra sarà una campagna vincente contro coloro che sfruttano paure e bisogni della popolazione senza offrire soluzioni serie e percorribili.
Quali potrebbero/dovrebbero essere per il Pd i punti qualificanti con i quali presentarsi agli elettori nel 2018?
Nella nuova legislatura ancora sviluppo della ricerca scientifica per mantenersi saldi nell’innovazione, nuovi posti di lavoro nelle università, negli enti di ricerca e nelle imprese innovative; puntare ancora nella scuola e nella formazione e in cultura e turismo per valorizzare e salvaguardare il nostro patrimonio culturale. E ancora supporto alle famiglie con figli. Un welfare sempre più orientato alla crescita che passa anche attraverso l’aiuto alle famiglie che devono essere in grado di gestire e dare serenità a se stesse e ai figli che ci sono e che nasceranno.
E inoltre politiche sulla sicurezza e sull’immigrazione, fenomeno che solo un governo di centrosinistra potrà gestire con equilibrio, come già stiamo dimostrando di saper fare.
Si è sempre accusato Matteo Renzi di imitare Berlusconi ma adesso c’è chi come Franceschini gli chiede apertamente di copiare il centrodestra: lei cosa ne pensa? Il candidato premier andrebbe espresso prima o bisognerà attendere il risultato del voto?
Sono architetture che forse non interessano molto gli elettori. Dobbiamo essere credibili e su base programmatica creare le alleanze possibili. Questo è il compito di gruppi dirigenti che hanno a cuore l’Italia. Il Partito Democratico è il perno di tutto questo. L’attuale legge elettorale non prevede l’indicazione del candidato premier.
Il risultato del voto e l’equilibrio che verrà a determinarsi fra i partiti sarà la base su cui lavorerà il Presidente della Repubblica per affidare l’incarico per formare il nuovo governo.