L’Istituto degli Innocenti ieri ha lanciato un appello alla politica e alle istituzioni: sulla fascia di eta’ 0-6 anni sono necessari maggiori investimenti pubblici. Tanto che per il direttore Giovanni Palumbo, declinando il concetto nella pratica, e’ necessario trasformare l’asilo nido in un diritto universale come la scuola, sganciandolo cioe’ dalla logica della tariffa. Un input raccolto dalla vicepresidente del Senato e membro della commissione Istruzione di palazzo Madama, Rosa Maria Di Giorgi: “Sono assolutamente d’accordo. Io infatti – spiega alla ‘Dire’ – sono tra chi ritiene che il processo educativo e formativo inizi a zero anni”. L’asilo nido quindi “oltre che un diritto, dovrebbe essere considerato come un investimento scolastico e non sociale, perché la scuola inizia li’, a zero anni”. In prospettiva quindi “dovrebbe essere cosi’. Pero’ ragionando realisticamente e facendo i conti con le casse dello Stato, dobbiamo cominciare questo percorso di avvicinamento a questa situazione ottimale”.
Detto questo, aggiunge, “ci sono investimenti forti. Abbiamo dato i bonus mamme che possono essere investiti nei nidi; per le famiglie bisognose, poi, le tariffe sono molto basse, fino a niente a fronte di situazioni particolari, e comunque ci sono dei supporti: la Regione Toscana, ad esempio, arriva a 400 euro per pagare il nido privato se non c’e’ posto nel pubblico”.
“Come gruppo Pd in commissione Istruzione al Senato avevamo approvato un provvedimento sullo 0-6. Una disegno legge ad hoc con tanto di risorse e investimenti che poi e’ confluito sulla ‘Buona Scuola’” del governo Renzi. Anche perche’, prosegue, “soprattutto sul tema dei nidi”, capitolo di investimenti che i Comuni finanziano con la spesa dedicata al sociale, “c’e’ una grande disparita’ tra il nord e il sud e tra le amministrazioni virtuose o meno. E’ da questa evidenza che si sono resi necessari investimenti a livello statale”.
La senatrice ‘dem’, infine, insiste su due punti. Il primo, le risorse dedicate all’infanzia, non possono essere messe in contrapposizione con quelle destinate agli anziani visto che “la prospettiva deve essere quella di Welfare inclusivo su tutti i fronti”. Secondo, “investire sui figli non significa soltanto sostenere la scuola o la formazione, ma dare contributi, dare cioe’ alla famiglie aiuti tout court affinche’ facciano i figli. E’ questa e’ l’altra grande sfida del futuro”. Per questo, conclude, “alla legge di bilancio in discussione abbiamo presentato degli emendamenti in questo senso”.