Sono contenta che il Presidente del Cnr, nel suo ruolo di coordinatore di tutti i presidenti degli Enti, abbia apprezzato l’azione del Governo e del Parlamento che hanno voluto investire nel mondo della ricerca con ingenti finanziamenti, ossia 400 milioni sui Prin, 1600 posti per nuovi ricercatori e, su questa legge di bilancio, 140 milioni provenienti dai premiali e l’avvio del processo di stabilizzazione dei precari (intanto circa 2000 posti fra finanziamenti statali e cofinanziamento).
E’ un grande “segnale del Governo e del Parlamento sull’importanza del capitale umano e del mondo della ricerca per il progresso del Paese”. Così il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Massimo Inguscio. “Con l’emendamento alla Legge di bilancio del 29 novembre, il Senato – evidenzia il numero uno del Cnr – ha trovato nuove risorse per gli enti di ricerca che intendono avvalersi delle disposizioni della Legge Madia per il superamento del precariato, ovvero la possibilità di stabilizzare i ricercatori e tecnologi a tempo determinato”. Ci sono, segnala Inguscio, “10 milioni di euro per l’anno 2018 e 50 milioni a decorrere dal 2019” e questo significa “l’avvio di un processo strategico per l’Italia, sia in termini di selezione di nuovi ricercatori e ricercatrici, come già previsto dalla legge di bilancio, sia di non disperdere lo straordinario patrimonio di conoscenze, competenze, esperienze dei ricercatori, tecnologi e personale amministrativo degli enti pubblici di ricerca, tra cui i dipendenti a tempo determinato del Cnr”. Inguscio rimarca inoltre che “la precarietà non aiuta la ricerca e l’emendamento va nella giusta direzione di un disegno più ampio e duraturo”. “La responsabilizzazione degli enti pubblici di ricerca, che per assumere e stabilizzare i ricercatori dovranno co-partecipare ai nuovi contributi pubblici previsti, rappresenta un incentivo positivo per aumentare la qualità della ricerca e di fatto raddoppiare i fondi da mettere a disposizione” afferma ancora il presidente del Cnr.
Martedì scorso il Consiglio di amministrazione dell’Ente, riferisce il presidente Inguscio, “ha approvato il bilancio preventivo riportandolo in pareggio. Questo è stato possibile grazie al lavoro e impegno di tutti, sia nell’amministrazione centrale sia su tutta la rete territoriale dei singoli istituti, dopo aver avviato una serie di interventi di ottimizzazione e riduzione dei costi, fra i quali l’ottimizzazione e riduzione degli oneri derivanti dagli affitti e la razionalizzazione scientifica degli istituti”. “Siamo intervenuti anche – spiega – su alcune indennità per i direttori che hanno condiviso il piano generale e risposto con alto senso di responsabilità. Ecco, abbiamo reso più efficiente tutto quello che non era strategico per la missione dell’Ente e la qualità della ricerca”. Come Cnr, sul fronte delle assunzioni, cercheremo di partecipare al cofinanziamento previsto dall’emendamento approvato in Senato” assicura inoltre. Il patrimonio, talento e capacità “delle nostre ricercatrici e ricercatori è straordinario e va protetto e valorizzato” scandisce il presidente del Cnr. “Proprio in questi giorni – ricorda – il Consiglio Europeo della ricerca (Erc) ha assegnato i nuovi finanziamenti e i ricercatori italiani che hanno vinto sono stati 33, classificandosi al secondo posto su 39 nazioni”.
“Tra i vincitori – segnala ancora Inguscio – Alessandro Molle, giovane fisico e ricercatore Cnr, che ha permesso di portare il numero di finanziamenti Erc vinti dal Cnr a quota 44, confermando così il primato dell’Ente in Italia. Al tempo stesso, sempre in questi giorni, Nature Index ha classificato i 200 centri di ricerca più innovativi al mondo, tra cui l’unica presenza italiana con il Cnr”. La metodologia sviluppata dalla rivista Nature, osserva infine, “ha permesso, in particolare, di esaminare la connessione tra la ricerca di altissima qualità con la nascita e la commercializzazione di nuovi prodotti e servizi. L’analisi si basa sui riferimenti che gli autori di brevetti nel mondo fanno ai lavori scientifici pubblicati dalle diverse Istituzioni di ricerca”.