La Commissione cultura del Senato ha approvato con una larga maggioranza il parere sul disegno di legge A.S. 2811 (Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura effettuate con metodo biologico) del quale sono stata relatrice in sede consultiva.
Nel suo insieme, il disegno di legge rappresenta un piccolo grande passo avanti verso l’istituzione di un vero e proprio sistema nazionale di sostegno, promozione e innovazione delle produzioni biologiche, settore fondamentale non solo per la sicurezza e la qualità alimentare ma anche nella lotta al surriscaldamento globale e all’erosione dei nostri suoli. Il provvedimento possiede inoltre il merito di comprendere appieno il ruolo della ricerca all’interno di un piano nazionale per il biologico. In questo senso, ritengo apprezzabile il fatto di aver considerato, in un’ottica organica, l’apporto degli enti pubblici di ricerca vigilati da diversi Dicasteri – in particolare CREA, ISPRA e CNR – coerentemente con l’esigenza di favorire la programmazione delle attività di ricerca, a più riprese sollecitata dalla stessa Commissione.
Le osservazioni e le condizioni che abbiamo voluto porre tramite il parere sono volte a migliorare ulteriormente il provvedimento, eliminandone alcune criticità: sia con riferimento alle risorse dell’istituendo Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica alimentato da un prelievo di scopo del 2 per cento sulla vendita dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti, sia con riguardo alla necessità di una più incisiva presenza di rappresentanti del mondo dell’università e della ricerca nel tavolo tecnico che supporta il Ministro nella definizione dei piani d’azione.
La Commissione ha reputato, inoltre, non coerente con la legislazione vigente la previsione di utilizzare il Fondo ordinario degli enti di ricerca (FOE) per finanziare attività di ricerca del CNR nel settore della produzione biologica, dato che si porrebbe un eccessivo vincolo di destinazione. Abbiamo perciò ritenuto opportuno suggerire una modifica del provvedimento nella prospettiva di garantire, per le attività di relative allo sviluppo della produzione con metodo biologico, risorse aggiuntive rispetto al finanziamento ordinario.
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