Presentazione del Rapporto sulla legislazione della Regione Toscana

Presentazione del Rapporto sulla legislazione della Regione Toscana
E’ stato presentato oggi il Rapporto sulla legislazione della Regione Toscana e, non potendo essere presente per concomitanti impegni istituzionali, ho voluto inviare un indirizzo di saluto e le espressioni di un mio sincero apprezzamento per l’iniziativa.

 

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Il Rapporto fornisce dati e linee di tendenza che offrono un quadro informativo e valutativo dei processi decisionali regionali particolarmente prezioso per i rappresentanti delle Istituzioni, per gli operatori del settore e, più in generale, per l’opinione pubblica. Rispetto ai molteplici spunti offerti, appare meritevole l’attenzione che il Consiglio regionale rivolge alla qualità della progettazione legislativa, come testimonia la prevalenza delle cosiddette leggi di manutenzione rispetto alle leggi nuove. 

Altrettanto degna di nota risulta l’attenzione nei confronti degli aspetti valutativi dei provvedimenti, peraltro non limitati alla verifica ex ante, ma estesi anche alle fasi successive all’approvazione della legge. Riguardo agli strumenti di verifica ex post, destano interesse sia la sempre maggiore presenza di clausole valutative, sia gli innovativi strumenti costituiti dagli studi sulle politiche regionali e dal monitoraggio dell’attuazione della manovra di bilancio. 

La qualità della legislazione, alla quale il Consiglio regionale ha accordato indubbiamente priorità, deve indubbiamente rappresentare un obiettivo condiviso da parte dei legislatori regionali, così come di quello nazionale. Molti passi avanti sono stati indubbiamente compiuti anche dal Parlamento e da altre Regioni, come si registra anche dal “Rapporto 2015-2016 sulla legislazione tra Stato, Regioni e Unione europea” che abbiamo presentato lo scorso 14 marzo alla Camera dei deputati. 

Al riguardo, in qualità di Vice Presidente del Senato, segnalo altresì l’impegno dell’Amministrazione, fortemente sostenuto dall’Ufficio di Presidenza in questa legislatura, al rafforzamento delle strutture incaricate della valutazione delle politiche pubbliche.

Più in generale, occorrono tuttavia ulteriori sforzi da parte delle Istituzioni, affinché la qualità della legislazione sia percepita effettivamente come un obiettivo strategico in una società che pone sfide globali e che richiede interventi regolatori condivisi dai cittadini, efficaci nel perseguimento delle finalità, agevolmente intellegibili e armonici rispetto all’ordinamento complessivo. 

Sempre nell’ottica di una legislazione di qualità, condivido l’esigenza, sollecitata nel Rapporto, di una riflessione sugli attuali meccanismi di raccordo fra lo Stato e le Regioni in ambito legislativo. L’esito del referendum costituzionale, e la conseguente mancata trasformazione del Senato in Camera delle autonomie, ha determinato il venir meno di uno strumento efficace di raccordo, ma non certo della necessità di un coinvolgimento delle istanze regionali nel procedimento legislativo statale volto a favorire la definizione di politiche pubbliche condivise. È compito delle istituzioni individuare meccanismi alternativi e a tale proposito l’integrazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali, prevista dall’articolo 11 della legge costituzionale n.3 del 2001 e richiamata nel Rapporto sulla legislazione della Regione Toscana, può rappresentare un contributo interessante nella direzione di un effettivo regionalismo collaborativo a Costituzione vigente, in grado di valorizzare le istanze promosse dai rappresentanti delle Regioni (auspicalmente individuati dai Consigli regionali) nell’ambito della legislazione statale.

Con viva cordialità,

Rosa Maria Di Giorgi

 

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