A proposito di Report, Cinema e tax credit…

A proposito di Report, Cinema e tax credit…

Riguardo alla puntata di ieri di Report sul tax credit e sui finanziamenti al mondo del Cinema devo sottolineare come la recente legge di riordino del settore, di cui sono stata relatrice al Senato, ha cercato di superare gran parte delle criticità esposte nel servizio televisivo. Il lavoro svolto dal Parlamento durante le audizioni nella lunga fase di ascolto e successivamente nella vera e propria fase emendativa, mirava proprio a correggere possibili storture dei sostegni finanziari che nel corso degli anni sono stati concessi al comparto. Ciò che nel servizio non è stato sottolineato riguarda forse l’aspetto più importante della nuova disciplina, ovvero come tali sostegni adesso spettino all’industria cinematografica non in quanto tale, ma solo in virtù della c.d. “Eccezione culturale”. L’intervento pubblico a sostegno del cinema e dell’audiovisivo mira a garantire infatti il pluralismo dell’offerta culturale, a sostenere il cinema italiano in tutte le sue fasi, dalla scrittura dei film alla loro distribuzione internazionale, fino alla valorizzazione e al recupero delle sale cinematografiche quale momento di fruizione sociale collettiva del prodotto cinematografico. L’intervento pubblico si giustifica quindi con la crescita civile, culturale ed economica del Paese. Per questo motivo abbiamo puntato moltissimo sulla formazione del pubblico e delle nuove generazioni, prevedendo che una quota fissa dei finanziamenti statali (non meno di 12 milioni l’anno) venga destinata alle scuole per programmi specifici riguardanti l’educazione all’immagine e all’alfabetizzazione dell’arte.

Infine mi preme sottolineare come anche in Italia, similmente a quanto avviene in Francia, sia stato creato il Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo. Un organo che sappia svolgere anche controlli, oltre che consigli, tramite un monitoraggio costante dell’attuazione delle politiche in materia, proprio per evitare che un settore centrale per l’identità culturale del Paese non ottimizzi le risorse che faticosamente sono state messe a disposizione per il proprio definitivo rilancio.

 
 
 
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