Il 19 settembre scorso si è svolto nella sede delle Nazioni Unite a New York, il vertice sulla crisi dei rifugiati e la situazione dei migranti, organizzato nell’ambito degli incontri annuali dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Al summit presenti i leader mondiali di 193 paesi riuniti per elaborare una risposta coordinata alla crisi migratoria, che nel 2015 ha costretto più di 65 milioni di persone a lasciare la propria casa.
Si rinnova l’impegno delle oltre 50 nazioni e organizzazioni internazionali presenti, che quest’anno hanno promesso di aumentare i finanziamenti di 4,5 miliardi di dollari impegnandosi a mantenere tale cifra invariata negli anni successivi. Il presidente americano Barack Hobama ha anche annunciato un accordo tra 50 Paesi per raddoppiare il numero di rifugiati accolti, portandoli a più di 360.000 già dal 2016.
Presente anche L’Italia con il premier Matteo Renzi che ha annunciato come il nostro Paese si impegnerà ad aumentare del 30% il budget rivolto a fini umanitari.
Gli stati membri dell’Onu hanno poi sottoscritto a conclusione dell’incontro La Dichiarazione di New York con la quale hanno assunto una serie di impegni a favore di migranti e rifugiati.
“Questo summit – ha affermato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – rappresenta una svolta nei nostri sforzi collettivi per affrontare le sfide della mobilità umana” L’adozione della dichiarazione di New York significherà che “più minori possano frequentare la scuola, più lavoratori possano cercare in sicurezza un lavoro all’estero, al posto di essere alla mercé dei trafficanti, e che per più persone spostarsi sarà una scelta se noi poniamo fine alla guerra, sosteniamo la pace e aumentiamo le opportunità nei Paesi di Origine”.
“I larghi movimenti di rifugiati e migranti – si legge ancora nelle premesse della Dichiarazione- hanno ramificazioni politiche, economiche, sociali, per lo sviluppo, umanitarie e di diritti umani che oltrepassano ogni confine. Questi sono fenomeni globali che richiedono approcci e soluzioni globali. Nessuno Stato può gestire da solo questi movimenti”. “Serve una più grande cooperazione internazionale”.
Da questo vertice sono partiti anche i negoziati che porteranno a una conferenza internazionale e all’adozione nel 2018 di una patto globale.
- Dichiarazione di New York (testo in inglese)