Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la cui matrice è ancora oggi la disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne.
La Giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999.
I dati dell’Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale da parte del proprio partner o da un’altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. Nel mondo solo 119 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 sul sexual harrassment (le molestie a sfondo sessuale). Dalla ricerca Onu arriva anche la conferma che prosegue la discriminazione in ambito lavorativo tra uomini e donne. I tassi di disoccupazione rimangono più elevati per le lavoratrici, e le donne occupate a tempo pieno nella maggior parte dei Paesi hanno uno stipendio che va dal 70% al 90% di quello dei colleghi maschi.
Quanto alla situazione italiana, gli ultimi dati dell’Istat dicono che nel nostro Paese circa 7 milioni di donne hanno subito violenza, fisica o psicologica, nella loro vita. Si parla di una donna su tre compresa nella fascia di età tra i 16 e i 60 anni.
Tuttavia, l’Italia ha negli ultimi anni fatto passi avanti sul piano legislativo, dotandosi di nuovi strumenti normativi tra i quali la legge contro lo stalking, quella per il contrasto al femminicidio, la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e domestica, nota come “Convenzione di Istanbul”, nonché l’apertura di numerosi “Centri antiviolenza”, diffusi a livello territoriale.
Per l’occasione in più di mille Comuni si svolgeranno eventi, cortei e manifestazioni, comprese campagne di informazione e di sensibilizzazione e treni in giro per l’Italia che porteranno nelle stazioni messaggi in musica.
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