Cultura. Con il DDL si avvia la riorganizzazione del settore Cinema

Cultura. Con il DDL si avvia la riorganizzazione del settore Cinema

“Il settore del cinema è regolato da un complesso di leggi, alcune delle quali risalgono agli anni ’60. Le competenze sono attribuite ad una moltitudine di soggetti senza un effettivo ente di collegamento che realizzi una politica coerente e uniforme del settore. L’obiettivo di questo ddl è dunque quello di riordinare il settore del cinema con regole certe e risorse che liberino competenze e capacità. A settembre inizieranno le audizioni e contiamo di chiudere entro l’anno”. Lo afferma la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, prima firmataria del ddl che è stato presentato poco fa in Sala Nassiriya con il senatore Sergio Zavoli, l’onorevole Lorenza Bonaccorsi, responsabile Cultura nella segreteria nazionale del Pd e Francesco Martinotti, direttore del Festival France Odeon.

“Il primo obiettivo è quello di istituire il “Centro nazionale del Cinema e delle espressioni audiovisive”, un organismo che unifichi le competenze ed elabori le politiche del settore. L’idea del ddl – spiega Di Giorgi – è quella di assegnare al Centro una piccola quota degli utili realizzati attraverso la diffusione delle opere cinematografiche e audiovisive prodotte in Italia. Si tratta di un prelievo di scopo che grazie a un meccanismo virtuoso, sarà reinvestito nell’ambito delle produzioni cinematografiche, dai contributi al regista fino alla distribuzione. Il cinema italiano deve affrontare il grande tema della distribuzione tenendo conto di come il mondo della comunicazione, attraverso le nuove tecnologie, sta cambiando. Televisioni, rete internet e telefonia sono alcuni degli strumenti attraverso i quali si distribuisce cinema e audiovisivo. Tutto questo mondo deve sentirsi coinvolto nel dare un contributo per la valorizzazione di tutto il sistema. Naturalmente – conclude Di Giorgi – lo Stato dovrà continuare a reinvestire nel cinema (Fus e Tax credit) perché il buon cinema è cultura, sviluppo economico e civiltà”.

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