Ieri, 18 dicembre, si è svolta al Palazzo del Quirinale, la tradizionale cerimonia di presentazione degli auguri di Natale e di fine anno al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da parte del Corpo Diplomatico.
Dopo l’indirizzo di saluto augurale del Decano del Corpo Diplomatico, Mons. Adriano Bernardini, il Presidente Napolitano ha rivolto un discorso ai Capi delle Missioni Diplomatiche accreditati presso la Repubblica Italiana. In particolare, il Presidente ha espresso alcune considerazioni sul periodo complesso e travagliato che sta attraversando l’Italia, l’Europa e il Mondo.
Crisi economica e occupazionale, riorganizzazione dell’assetto politico delle Istituzioni europee, semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, sono alcune delle tematiche sulle quali il Presidente della Repubblica si è soffermato. Non sono mancate inoltre riflessioni su questioni particolarmente complesse per le relazioni internazionali come i fenomeni migratori, l’inasprimento di tensioni e l’insorgere di nuovi scenari di conflitto dalla Siria all’Iraq, dal Sahel al Corno d’Africa, dalla Libia alla Nigeria, il riacutizzarsi della violenza terroristica e della contrapposizione tra Occidente e Islam, nonché le sorti delle popolazioni civili investite da conflitti che mietono vittime innocenti.
Facendo accenno anche all’annuncio inatteso del Presidente degli Stati Uniti Obama e del Presidente di Cuba Raúl Castro sulla svolta storica dei loro rapporti politici ed economici e sul disgelo dei loro rapporti diplomatici, il Presidente Napolitano ha auspicato la necessità di trovare un equilibrio duraturo a livello mondiale e di riscoprire le ragioni del riconoscersi tutti nel quadro delle Nazioni Unite, delle organizzazioni internazionali e delle alleanze che uniscono tutti i Paesi del mondo. “All’interno dei tanti singoli Paesi, ha detto il Presidente, occorre far rivivere lo spirito di tolleranza: un concetto così antico che sembra oggi essere dimenticato. Riscopriamola invece come elemento essenziale della convivenza che sola consentirà all’umanità di svilupparsi in pace “.
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