I numerosi convegni di questi giorni a Venezia volti a discutere e a individuare nuove modalità per far sì che il cinema italiano diventi occasione di sviluppo culturale ed economico del Paese e contribuisca a far conoscere le bellezze artistiche, la moda, l’artigianato, come è avvenuto nel passato, dimostrano che manca una politica per il cinema e che è necessario intervenire con un provvedimento legislativo che dia organicità al settore.
Il settore cinematografico in Italia permette davvero la crescita di nuove imprese di produzione e il consolidamento di quelle giàesistenti? I professionisti emergenti, siano essi imprenditori, professionisti o autori, hanno davvero la possibilitàdi accedere al mercato, di raggiungere gli interlocutori di riferimento e di ottenere lo spazio necessario ad affermare il proprio talento? Ma soprattutto quali sono le accortezze legislative che potrebbero permettere alle micro imprese di cinema di crescere e rafforzarsi?
Aumento del tax credit interno, bando dedicato alle coproduzioni internazionali, sostegno alla distribuzione dei film indipendenti, fondo di garanzia per facilitare l’accesso al credito delle imprese e sostegno allo sviluppo delle sceneggiature proposte da imprese in start up e autori giovani.
Questi e molti altri i temi sono stati trattati ieri, 4 settembre, in occasione del convegno “Il cinema italiano cresce a partire dai Giovani”, organizzato da AGPCI, in collaborazione con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, la Direzione Generale del Cinema – MiBACT e Venice Film Market.