“Il bilancio approvato dal Senato è un bilancio rigoroso, impostato su una consistente riduzione delle spese rispetto agli anni precedenti, sulla riorganizzazione e sulla trasparenza dei procedimenti, secondo le indicazioni del Consiglio di Presidenza e del Presidente in particolare. E’ un bilancio che guarda anche alla grande novità che verrà introdotta con il supermanto del bicameralismo perfetto, al nuovo Senato che sarà composto in modo diverso e che avrà funzioni precise e molto importanti”. Lo dice la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, componente dell’Ufficio di Presidenza del Senato, che oggi è intervenuta in Aula.
“È un nuovo Senato da pensare e da varare – spiega Rosa Maria Di Giorgi – e anche l’amministrazione, alla quale si riconosce un’eccellenza degna di una delle più alte istituzioni del Paese, dovrà rispondere a questa scelta politica di fondo. Proprio in questi giorni si sta discutendo la proposta dei Consigli di Presidenza di Camera e Senato in merito alla ristrutturazione dell’assetto retributivo dei dipendenti in servizio. Si tratta di un tema certamente delicato ma da affrontare con urgenza. La nostra proposta, che è ora oggetto di una trattativa, è di un taglio consistente delle retribuzioni, nel quadro dell’istanza che viene dal Paese di adeguamento e riequilibrio degli stipendi all’interno della pubblica amministrazione. L’obiettivo dell’equità e nel contempo del riconoscimento delle professionalità è molto chiaro tra i componenti del Consiglio di amministrazione. Vanno assunte soluzioni condivise che tuttavia eliminino privilegi non più sostenibili. L’obiettivo strategico è quello di dare un ruolo unico al personale di Camera e Senato, all’interno di servizi che tendiamo ad unificare o quantomeno ad integrare. L’unificazione è il fine ultimo che garantirà risparmio ed efficienza e che non è facile da raggiungere. Ma in questo contesto di crisi e di necessità di spending review, la duplicazione dei servizi non è più sostenibile e la valorizzazione e la condivisione delle eccellenze in ogni settore può essere la strada giusta per rispondere anche alla richiesta, che ci viene dal Paese e dall’Europa, di semplificare i nostri apparati pubblici”.
• Qui, il mio intervento in Aula.