Solo cambiando la scuola potremo veramente sperare in un futuro del nostro Paese. Battere la dispersione scolastica è un impegno che tutti devono assumere. Cambiare è possibile, come dimostra il Il progetto “Fuoriclasse” di Save the children, realizzato in collaborazione con l’associazione Libera, presentato oggi, 12 settembre e avviato nel 2012 a Napoli, Scalea e Crotone. I risultati positivi ci sono, in due anni si sono dimezzati i ritardi e le assenze ed è aumentata la partecipazione dei genitori.
In Italia, i numeri della dispersione scolastica sono molto alti, come si può leggere nel
dossier “Tuttoscuola” sulla dispersione scolastica sono 167 mila gli studenti partiti e mai arrivati al diploma nell’ultimo quinquennio. Quasi 3 milioni negli ultimi 15 anni.
Rappresentano il 31,9% dei circa 9 milioni di studenti che hanno iniziato in questi tre lustri le superiori nella scuola statale. Un’emorragia che ogni anno indebolisce il corpo sociale del paese e ne riduce la capacità di competere come sistema nazionale nella società della conoscenza. Da tale abbandono si incrementa anche la quota di Neet (ragazzi che non studiano e non lavorano) entrando in una spirale dalla quale diventa difficile uscire.
Le Regioni con un maggior tasso di dispersione sono la Sicilia e la Sardegna, con punte ben oltre il 36% di ragazzi che si ritirano dall’avere un istruzione secondaria. La Toscana, come tutto il centro Italia in generale, ha tassi più bassi, comunque superiori al 20%.
Un altro dato interessante ci dice come la metà degli abbandoni scolastici avvenga già dopo il primo biennio. In generale il primo anno delle superiori continua ad essere, come cinque, dieci, quindici anni fa, il buco nero della dispersione dopo la licenza media. Al termine del primo anno di corso risultano mancanti 68.656 alunni, cioè l’11% di tutti gli studenti del 1° anno.